Il senatore dell'Udc, che dovrà rispondere alle accuse dei pm antimafia Francesco Del Bene e Nino Di Matteo, dal 17 luglio 2001 (giorno dell'elezione a presidente della Regione Sicilia), è scortato: una misura di protezione che dalle tre auto e sette agenti è stata via via ridotta dopo le dimissioni del 26 gennaio 2008 a seguito del verdetto per le 'talpe' a palazzo di giustizia di Palermo.
Per il sindacato di polizia Silp-Cgil è "un paradosso" che lo Stato protegga un politico condannato a sette anni per favoreggiamento di mafiosi e ora di nuovo imputato. In aula, tra l'altro, si parlerà di un verbale del pentito Maurizio Di Gati: in vista di un incontro con alcuni boss agrigentini, Cuffaro avrebbe detto: "Un viniti all'ufficio di presidenza" ("Non venite alla presidenza") ma a casa mia perché "haiu li sbirri appriessu e non mi puozzu arriminari tantu assai" ("Ho gli sbirri che mi scortano e non mi posso muovere molto").