"Non mi risulta che il mio assistito abbia chiesto, attraverso il cappellano del carcere in cui è detenuto, la grazia al ministro della Giustizia". Così l'avvocato Luca Cianferoni, difensore del boss Totò Riina ha commentato la notizia pubblicata dal Corriere della Sera secondo la quale il padrino di Corleone avrebbe affidato al sacerdote il compito di intercedere presso l'arcivescovo di Milano per un'eventuale richiesta di grazia. Ignara della vicenda anche la Procura di Palermo. "Non ne abbiamo notizia - dice il procuratore Messineo - e comunque la competenza per l'inoltro della domanda di grazia sarebbe della procura generale".
"Non mi risulta". Così il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, ha risposto ai cronisti che, a margine di un incontro a Salerno, gli chiedevano di commentare le notizie su una possibile richiesta di grazia da parte di Totò Riina. "Mi piacerebbe conoscere la fonte della notizia - ha detto Grasso - a noi non risulta, l'avremmo saputo sicuramente".