Importantissime novità provengono dagli scavi archeologici a Segesta - condotti dal Servizio per i beni archeologici della Soprintendenza ai BBCCAA di Trapani diretto dalla dott.ssa Rossella Giglio, in regime di convenzione con la Scuola Normale Superiore di Pisa, con la direzione del Prof. Carmine Ampolo e della Prof.ssa Cecilia Parra.
L’assessore Regionale dei Beni Culturali e dell'identità Siciliana, Prof. Avv. Gaetano Armao ha espresso un vivo compiacimento per gli ottimi risultati della ricerca archeologica condotta a Segesta dalla Soprintendenza di Trapani, Soprintendente Arch. Giuseppe Gini.
La campagna di scavo che si è conclusa in questi giorni ha permesso di definire completamente la rimessa in luce della grande agorà di Segesta, nel piazzale utilizzato attualmente come sosta per la visita al teatro.
La piazza con i suoi edifici occupava un’area di circa 6000 mq., ed era circondata da grandi portici (stoai) sui lati Nord e Sud, e da un criptoportico sul lato Ovest.
Al livello superiore, in direzione Ovest, un’area di almeno 1800 mq era occupata da altri edifici pubblici, tra cui la sala del consiglio della città (buleuterion) a forma di piccolo teatro ed il ginnasio; e in direzione Sud, a quota di poco inferiore, un’altra stoà si sviluppava presso la strada d’accesso all’agorà .
L'agorà era un complesso degno del teatro e del tempio che tutti conoscono, e documenta ancor più l'importanza e la bellezza della città , disposta scenograficamente a dominare lo splendido paesaggio che la circonda. L'architettura con magnifiche costruzioni nella calda pietra locale (in antico rivestita di stucchi) si conferma il vero "tesoro" di Segesta. La quantità di nuovi materiali architettonici scoperti di recente, tale da consentire una ricostruzione almeno parziale di un enorme portico monumentale a due piani, è impressionante, tanto più che l'area fu usata come cava di materiali per gli edifici medievali che vi si sovrapposero.
Non era facile creare una grande piazza sulle alture. La sua caratteristica essenziale era infatti la disposizione su ampie terrazze artificiali , poste a livelli altimetrici distinti.
I lavori effettuati furono imponenti, sia per creare la terrazza superiore, sia per spianare la grande terrazza inferiore occupata dall'agorà e sostenerla; anche la strada monumentale che proveniva da Sud, richiese il taglio di una rampa scavata nel banco roccioso. Per tutto ciò furono necessari enormi sbancamenti, per una cubatura calcolabile in oltre 10.000 m3; l’impegno dovette essere enorme, basti pensare alla quantità di materiali, blocchi lavorati o grezzi, che erano da trasportare dai dintorni della città fino a 400 m circa slm .
In età romana in quest’area esterna all’agorà furono promosse opere di ampliamento costruendo un vero e proprio ‘nuovo’ forum, come indicato da una grande iscrizione incisa sul pavimento (sulla copertura di una cloaca). Conosciamo anche i nomi di coloro che finanziarono e iniziarono tali opere edilizie, Onaso e Sopoli, il primo un notabile di Segesta, già noto grazie a Cicerone, che aveva testimoniato a Roma nel processo contro l'esoso governatore Verre, proprietario di terreni e produttore di laterizi nella zona di Partinico. Una nuova piazza lastricata di forma grosso modo ‘triangolare’ ed un mercato alimentare (macellum) occuparono gli spazi del complesso, disponendosi ai lati della strada già esistente. Tutto ciò si aggiunse alla grande agorà , anch’essa trasformata in fòro romano.
Solo un cenno particolare solo ai monumenti che scandivano la piazza segestana. Il complesso esterno con il macellum costituiva un tutt’uno con il lato Ovest dell’agorà e il criptoportico, un edificio a pilastri con interno coperto a volta, attraversato dalla strada che portava al teatro . In alto esso arrivava alla terrazza superiore , che ospitava la sala del consiglio (buleuterio).
Ma è la grande stoà , il portico settentrionale, che va rivelandosi sempre più nella sua imponenza di volumi e di decorazione architettonica.
E' una stoà ad ali, analoga a quelle di Solunto e di Alesa, ma di dimensioni molto più vaste. Sappiamo che aveva due piani, con un duplice ordine – dorico quello inferiore, ionico-siceliota quello superiore – per una lunghezza di oltre m 100; le ali erano lunghe ca. 20 m. All’interno, lo spazio di oltre 11 metri di profondità , era scandito in due navate da grandi colonne doriche ottagonali. Nell’angolo Nord-orientale un vano angolare, con una scala di accesso ad una sorta di mezzanino pavimentato in cocciopesto con file di tessere musive bianche, metteva in comunicazione con l’esterno; in basso, sotto una nicchia per statue, era inserita una grande tabella ansata con margini arrotondati. Del secondo piano è ormai ben nota la fronte, con semicolonne d’ordine ionico-italico, collegate da transenne a reticolo e ornata in alto da cornice decorata da gocciolatoi a testa leonina.
Lungo i lati della piazza, inseriti nella pavimentazione a grandi lastre di calcare, splendidamente conservata in più tratti e con i suoi apprestamenti raffinati di scolo delle acque, sorgevano monumenti minori, di cui si conservano solo le parti inferiori: un’esedra, due basi ad L, una base rettangolare, che richiamano anche per Segesta quell’addensamento che caratterizzava le agorai greche ed i fòri italici e romani. Piccoli monumenti, questi, che di norma erano destinati a sostenere statue di personaggi onorati, ricordati da iscrizioni onorarie greche e latine.
Per le dimensioni il grande portico settentrionale a due piani ha significativi confronti in stoai greche (tra III e II sec. a.C.): quelle di Antigono e di Filippo a Delo, o ancor più quella di Attalo II ad Atene (anch'essa lunga poco più di 100 metri !); per il tipo ad ali i confronti sono in Sicilia, ma a Segesta le dimensioni sono maggiori; le colonne ottagonali all'interno trovano paralleli in edifici pubblici coevi della Grecia continentale, insulare e dall’Asia Minore; mentre i gocciolatoi a testa leonina si confrontano con esemplari siciliani di Monte Iato e di Agrigento. Ma ognuno può immaginare l'effetto scenografico di un portico lungo oltre 100 m. ,di cui 80 sulla fronte arricchita dai due corpi laterali, con due piani a colonne, ben inserito nel contesto di Segesta ! L'imponenza dell' agorà ellenistica di Segesta la pone ad un livello paragonabile ai migliori esempi di piazze e santuari del secondo ellenismo in Asia Minore, nelle isole del mar Egeo ed in Italia. La continuazione dello scavo e il restauro di almeno una parte dell'imponente struttura arricchirebbero Segesta e la Sicilia di un ulteriore monumento di alto livello qualitativo e di notevole significato storico. Per questo sarebbe fondamentale in prospettiva recuperare l’unità della piazza e della viabilità antica con modifiche all’attuale piazzale di sosta interno e alla strada per il teatro.