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15/06/2010 07:54:15

Oggi festa di San Vito

Il Direttore del Cimitero comunale, Nicola Ingargiola, rende noto che è stata completata la pulizia straordinaria dell’area cimiteriale, resa possibile grazie all’azione della squadra di operai del Comune, inviati dall’Amministrazione Comunale. E a proposito di cimitero, si rende noto che è ripresa la convocazione delle persone inserite nella graduatoria, stilata anni fa, per la concessione di 30 stalli per la realizzazione di cappelle gentilizie nella nuova area cimiteriale. Sono già 5 gli stalli concessi. MuseoSantuarioSanVito1.jpg

 

Partiranno nei prossimi giorni le richieste di acquisizione della disponibilità di ulteriori stalli, i cui proventi (€ 10.000 per stalli di mq 12,5 ed € 20.000 per stalli di mq 25,00) costituiranno risorse economiche fresche per impinguare le casse comunali.

E festeggia il suo Santo protettore anche San Vito Lo Capo. Un grande amore e una grande devozione lega la marineria del paese di San Vito al Santo Patrono. Il 15 giugno è grande festa per tutta la categoria e le imbarcazioni sono tutte in rada nel porto perché tutti i pescatori non vogliono m a n c a r e alla festa del Santo. La festa dei pescatori i n i z i a nel pomeriggio con il tradizionale gioco dell’ “antenna a mare”, pittoresco e divertente. Si tratta di un palo lungo 10 metri, sospeso sull’acqua e insaponato, alla cui estremità sta la bandiera che il vincitore dovrà afferrare. L’agonismo è assicurato e anche... le cadute in acqua.
All’imbrunire del 15 giugno, le imbarcazioni in rada nel porto di San Vito escono in mare ad accogliere festosamente la barchetta che trasporta il giovane Vito, il suo maestro Modesto e la nutrice Crescenza.
Mentre la barchetta approda a terra e il piccolo Santo sbarca, le imbarcazioni dei pescatori devoti lo salutano con il suono delle loro sirene e il lancio di razzi mentre il popolo si accalca a salutare l’arrivo del piccolo Santo e dei suoi compagni.


Alla notte, la pittoresca processione si snoda per le vie del paese; i devoti del Santo elevano inni e preghiere. La statua del Santo rivestita delle insegne - la corona (il premio di Dio), la palma (la vittoria del martirio), la croce (la forza della fede) e il mantello degli ex voto d’oro dei fedeli (la loro devozione) - è portata a spalla dai portatori di Alcamo devoti del Santo. San Vito nel suo santuario al Capo è infatti invocato da tutti i paesi del golfo di Castellammare, dai paesi del trapanese, dell’ericino, della Valle del Belice, di Partinico e del palermitano e da altre lontane zone della Sicilia. Numerosi accorrono i pellegrini a chiederne la intercessione. All’ingresso del paese il Sindaco consegna le chiavi del Comune a rinnovare questo legame tra la comunità civica e il Santo. Inizia poi la discesa solenne attraverso la via grande fino al Santuario.
La festa segna l’inizio della stagione estiva. Alla sera, durante il tempo della festa, sono previsti intrattenimenti musicali.
Quest'anno, l'appuntamento principale, in programma per sabato 12 giugno, è quello con il gruppo salentino "Taricata", gruppo proveniente da San Vito dei Normanni, comune aderente al Coordinamento Nazionale dei paesi di San Vito.

Tra le tradizioni popolari, quella che contrassegnava le feste ericine e che ha trovato ampia eco in tutti i nuovi paesi nati dallo smembramento del Comune di Erice è quella "della Cavalcata e dei personaggi”. In origine, nel sec. XVII, era una sfilata di personaggi a cavallo, riccamente vestiti. Seguiva la rappresentazione di quadri biblici con personaggi che sfilavano a piedi. Successivamente, questa rappresentazione di quadri biblici a piedi si evolse: divennero quadri plastici quelli della Passione, e quelli mariani o allegorici cominciarono ad essere allestiti sui carri per essere trasportati e aumentare il loro effetto scenico. La processione dei personaggi apriva la festa. L’ultimo carro, quello trionfale, era costituito da una mezza barca, su cui prendeva posto un coro di bambini vestiti da angeli e l’orchestra. L’ultima processione dei personaggi fu tenuta a San Vito Lo capo e ad Erice nel 1974.

Sempre a San Vito Lo Capo si è ripresa da parecchi anni la cavalcata in abiti d’epoca, con ricchi e sfarzosi vestiti.
L'evento, che verrà riproposto all'interno dei festeggiamenti in onore di San Vito (nella serata di domenica 13 giugno 2010), si collega idealmente alla Cavalcata, manifestazione tipica delle feste ericine di cui ci riferisce il Pitrè nel suo libro sulle Feste e Spettacoli. La processione figurata rappresenterà il martirio e la gloria di San Vito. Un corteo di figuranti in nobili abiti d’epoca precederà il carro trionfale che trasporta angeli e musici che fanno corona al giovane Martire di Cristo, prediletto da Dio. Il popolo cristiano consacra alla memoria del suo martirio il Santuario del Capo che sarà chiamato in suo onore per sempre San Vito Lo Capo.

 

 

FESTA di SAN VITO 2010 a San Vito Lo Capo

 

MARTEDì 15 GIUGNO - SAN VITO
ore 08.30: Lodi
ore 10.30: Celebrazione Eucaristica
(Presiede S.E. Mons. Francesco Miccichè, Vescovo di Trapani)
ore 19.00: Vespri
ore 21.30: Processione
con i portatori di Alcamo devoti del Santo

 

 

 


Il pellegrinaggio al Santuario di San Vito al Capo Egitarso
Il Santuario di San Vito sorge sul luogo dove, secondo la tradizione, trovò rifugio il giovane Vito in fuga dalla sua patria a motivo della fede ed è stato da sempre inteso come la sua “casa”. Recenti scoperte di documenti e il ritrovamento archeologico dell’ipogeo del Santuario
confermano che ci troviamo di fronte ad un luogo sacro da almeno 1500 anni ed autorizzano a supporre che in realtà questo
è il luogo del suo martirio e la “casa” che ha accolto il suo corpo mortale.
Fin dai primi secoli i cristiani hanno frequentato questo luogo, meta di pellegrinaggi per custodire il ricordo del San Vito.
Nei tempi antichi nel periodo estivo i pellegrini arrivavano in carovana da paesi vicini e lontani. Si veniva ad invocare il
santo, soprattutto per essere liberati dalla paura. Egli infatti aveva vinto con la fede la paura. Il rito prevedeva che, giunti alla
cappella di Santa Crescenza si scendesse dai carretti e, attraversata la cupoletta, si gettasse alle spalle un sasso e ci si dirigesse
poi verso il santuario, cantando e pregando, senza mai girarsi indietro. Il simbolo, che riecheggia le parole di Gesù
“chi mette mano all’aratro e poi si volge indietro non è degno di me”, esprimeva la volontà irrevocabile di lasciarsi alle
spalle il mondo malvagio. Il simbolo, catartico, aveva la forza di liberare dalle suggestioni del male ed
esprimeva l’ingresso nel sacro e nel bene.
Il rito presenta una evidente somiglianza con il cosiddetto rito musulmano della pietra. Anche i pellegrini musulmani, infatti, lasciando la Città Santa per ritornare ai loro paesi raccolgono sassi da scagliare nel vicino villaggio di Minà contro tre pilastri, per ricordare Abramo che resistette alla tentazione diabolica di disobbedire a Dio.
Messi al sicuro i cavalli nella “stalla del Santo”, i pellegrini si accampavano nella spianata del santuario sotto i carretti.
Durante il giorno si partecipava alle sacre funzioni e si facevano ‘leggere’ dal sacerdote (una orazione propiziatoria invocando la protezione del Santo).
Alla sera la piana del Santuario si accendeva di luci e si dava inizio ai canti e alle danze.
Ancora oggi i devoti del Santo, pellegrini al Santuario, compiono lo stesso arcaico rito, non scritto ma tramandato da una tradizione plurisecolare che testimonia attraverso la storia che in questo luogo
San Vito ‘opera come in propria casa miracoli infiniti’.
LA TARICATA
Da ormai più di venti anni La Taricata, storico gruppo di musiche e canti popolari di San Vito dei Normanni, scopre crea e propone musiche e canti popolari della terra del Salento. Il gruppo, costituita da ben tre generazioni di musicisti diretti dal M° Mario Ancora, ha al suo attivo centinaia di concerti in Puglia, in varie parti d’Italia e all’estero, e numerosi passaggi in RAI e TV private. Ha inciso cinque volumi musicali contenenti sia brani della tradizione musicale popolare riscoperti e rielaborati che brani inediti. Le sue produzioni musicali creano atmosfere di festa che coinvolgono giovani e meno giovani. La Taricata, durante i concerti, nelle piazze o nei teatri, rende vivo e coinvolgente il patrimonio di canti, ritmi, suoni e balli della ricca e specifica tradizione musicale salentina. La Taricata è un gruppo che propone i canti ed i suoni della colorata terra di Puglia con i suoi tipici strumenti musicali, mandolini, organetti, chitarre, fisarmoniche, flauti, da ascoltare e ballare al ritmo delle travolgenti pizziche tarantate, le allegre pizziche pizziche, le tarantelle, i canti d’amore e di rabbia, gli stornelli. Da qualche anno il gruppo si avvale della collaborazione del polistrumentista e compositore Emanuele Nico Berardi che ha aggiunto alle sonorità popolari proprie del Salento quelle di strumenti etnici provenienti da altre aree italiane (zampogna, ciaramella, chitarra battente) e dal Sud America (charango, quena, sikus ecc.).