A 17 anni, rimasta sola dopo la morte di Paolo Borsellino, a cui aveva legato le sue speranze, Rita Atria decideva di uccidersi, lanciandosi a Roma da un balcone di viale Amelia, nome assonante con via D'Amelio, dove Borsellino e gli uomini della sua scorta sono saltati in aria. Rita Atria moriva esattamente 18 anni fa, il 26 luglio '92, una settimana dopo la strage di Palermo. Abbandonata dalla famiglia, che non condivideva la sua scelta di collaborare con la giustizia, e sostenuta dalla cognata Piera Aiello, che aveva aperto uno squarcio e consentito a Borsellino - al tempo procuratore a Marsala - di scavare dentro i segreti dell'organizzazione criminale, Rita Atria era convinta che "la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci". Ma sapeva che dopo l'assassinio di Borsellino non ci sarebbe stato più nessuno a proteggerla. Rita Atria sarà ricordata oggi a Milazzo (Me), la città che per prima, nel '94, le dedico' l'Associazione antimafie. L'incontro di oggi, che si terrà all'associazione Giglio di Capo Milazzo e prevede stasera la partecipazione di don Luigi Ciotti - chiude le iniziative cominciate due giorni fa a Partanna - paese che ha dato i natali a Rita - e a Roma.
LA SUA VITA IN UN FILM.Con Marco Amenta l'America scopre Rita Atria, la giovane eroina italiana che denuncio' la mafia e si uccise esattamente 18 anni fa, il 16 luglio del 1992, lanciandosi dal settimo piano di una casa romana, ad una settimana dalla strage di via D'Amelio. Esce infatti il 4 agosto negli USA -distribuito dalla prestigiosa Music Box Film, futura ''erede'' della Miramax - La Siciliana Ribelle - film d'esordio di Marco Amenta che - dopo aver partecipato a piu' di 50 Festival nel mondo e vinto numerosi premi - approda al celebre Film Forum, tempio del cinema indipendente newyorkese e da li' prosegue per Los Angeles, Chicago, San Diego, San Francisco, Washington, Philadelphia, Seattle e molte altre citta'.