Abbiamo fatto da tempo scelte ben precise. Daremo luogo a una formula che potrà ispirare anche Roma". Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo.
"Governo tecnico - ha aggiunto - è una definizione, ma io ho posto delle condizioni: un programma di riforme che va sottoposto ai contraenti e a quanti ci stanno. Ma anche un patto per la legislatura per dare certezza all'Ars e al governo. Infine, un impegno a stare insieme anche dopo. Sarebbe paradossale che oggi qualcuno s'impegnasse per queste riforme, alcune delle quali in una prima fase potrebbero apparire impopolari, e poi si schierasse dalla parte di chi le ostacola".
"Sarà un governo di coalizione - ha concluso - non c'é dubbio. Se non ci fosse una coalizione di forze, di gruppi non ci sarebbe nemmeno una maggioranza e quindi i numeri necessari per andare avanti".
UDC. "Sembra che il presidente Raffaele Lombardo stia scoprendo le sue carte, anche se non del tutto. Da parte dell’Udc nessuna valutazione potrà essere data alle affermazioni recenti del Governatore fino a quando egli non dirà qual è la forma di governo a cui sta pensando e cosa intende fare per affrontare le tante emergenze siciliane. Sul “Lombardo quater” la posizione dell’Udc è sempre stata molto chiara: siamo per un Governo che affronti i veri problemi. Ma i patti di legislatura e per le altre legislature sono più che mai impensabili visto che la politica ha una tale velocità che non consente a nessuno di poter valutare oggi quello che potrà succedere nell’arco di otto anni. Ritengo che non vi sia alcun partito che si possa impegnare con un vincolo così esteso nel tempo”. Lo afferma Rudy Maira, capogruppo Udc all’Assemblea regionale siciliana.
PD. "Se il primo punto del nuovo programma del presidente Lombardo è rompere con Berlusconi siamo pronti ad aprire la discussione". Lo ha detto il segretario regionale del partito democratico, Giuseppe Lupo. "Lombardo - aggiunge Lupo - scelga di difendere la Sicilia opponendosi alla politica di aggressione del governo nazionale imposta da Bossi. La Sicilia ha bisogno di una nuova stagione di crescita economica e sociale e quindi di un piano straordinario per lo sviluppo e il lavoro". "Per questo - conclude - serve un nuovo governo che abbia come priorità la concertazione per lo sviluppo produttivo e che sia espressione di un'alleanza politica riformista, alternativa a Berlusconi".