L’operazione di martedì scorso ha portato all’arresto di 181 membri di Cosa Nostra, tra cui figure di spicco come l’imprenditore Angelo Barone, noto per il suo ruolo nel business delle scommesse online. L’indagine, iniziata nel 2023, ha rivelato una rete di estorsioni, traffico di droga e scommesse illegali che dimostrano come la mafia si sia adattata ai tempi moderni, mantenendo un saldo controllo sul territorio palermitano. L’operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, ha portato alla luce un sistema criminale che, pur mantenendo radici tradizionali, ha saputo evolversi per sfruttare nuove opportunità economiche.
Le estorsioni: un sistema in evoluzione
L’inchiesta ha portato alla luce una cinquantina di estorsioni, consumate e tentate, ai danni di operatori commerciali. Ciò che emerge è un sistema di estorsioni in evoluzione: non più solo minacce e intimidazioni, ma un approccio più “conciliante”. Alfonso Di Cara, esattore del pizzo di Porta Nuova, è diventato un pioniere di questo nuovo metodo, offrendo ai commercianti la possibilità di pagare il pizzo a rate o con regolare fattura. Questo cambiamento riflette una mafia che cerca di evitare l’attenzione delle autorità, mantenendo comunque il controllo economico sul territorio. Le intercettazioni descrivono un sistema in cui i commercianti, pur vessati, sembrano quasi rassegnati a pagare, talvolta addirittura richiedendo favori ai boss per risolvere dispute commerciali, come nel caso di un titolare di un lido di Barcarello che ha chiesto ai mafiosi di intervenire in una disputa di confine con un concorrente.
Il ritorno al traffico di stupefacenti
Il traffico di droga rappresenta una delle principali fonti di reddito per Cosa Nostra. I boss, da Tommaso Natale a Porta Nuova, hanno ripreso i contatti con la grande distribuzione nazionale, imponendo la propria droga sulle reti di spaccio locali. Questo ritorno al narcotraffico segna una svolta economica per l’organizzazione, nonostante alcuni membri storici prendano le distanze da questi affari. Gino Mineo, boss di Bagheria, ha dichiarato di non volersi “infangare” con tali attività, ma le sue parole sono rimaste isolate. I pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia hanno evidenziato come i vertici dei clan abbiano accumulato capitale attraverso il controllo capillare del mercato cittadino, imponendo la propria droga o una percentuale sulle vendite alle reti di spaccio locali. La droga sta riempiendo velocemente le casse dell’organizzazione mafiosa, nonostante le resistenze di alcuni “uomini d’onore” di vecchio stampo.
Le scommesse online: il nuovo business della mafia
Uno degli aspetti più significativi dell’indagine è il ruolo delle scommesse online nel finanziamento di Cosa Nostra. Angelo Barone, considerato uno dei “re” delle scommesse online, è accusato di aver gestito una rete di siti illegali che sfuggivano alla tassazione. Barone, vicino alla famiglia mafiosa di Carlini, avrebbe organizzato gli interessi del sodalizio nel settore del gioco d’azzardo online, realizzando guadagni milionari. Le intercettazioni rivelano che Barone, conosciuto con il nome di battaglia “Orso”, ha trasportato Cosa Nostra dall’era delle riffe a quella del business digitale. Barone avrebbe addirittura incontrato il boss di Carlini, Giuseppe Lo Duca, per discutere degli affari legati alle scommesse online. I magistrati di Palermo accusano Barone di associazione mafiosa, sostenendo che abbia ricoperto il ruolo di organizzatore degli interessi del sodalizio nel settore del gioco d’azzardo online, essendo il vertice della piramide organizzativa della filiera di distribuzione e gestione dei siti illegali di scommesse.
L’unità della mafia e il giro d’affari milionario
L’operazione ha anche evidenziato l’importanza dell’unità interna per Cosa Nostra. Le intercettazioni mostrano come i capi mafiosi cerchino di evitare conflitti interni per mantenere il controllo sui lucrosi affari. Il giro d’affari delle scommesse online è descritto come uno dei più remunerativi per l’organizzazione, con guadagni che superano i quindici milioni di euro. Barone, attraverso l’imposizione di pannelli di gioco illegali, ha realizzato enormi profitti, dimostrando come la mafia si sia adattata alle nuove tecnologie. Le intercettazioni rivelano anche un sistema di comunicazione criptato, utilizzato per evitare le indagini delle autorità. Barone, definito dagli investigatori come “l’imprenditore che ha navigato Cosa Nostra dall’età della mafia a quella dei lucrosi affari dei giochi e delle scommesse telematiche”, rappresenta un esempio di come la mafia abbia saputo evolversi per sfruttare nuove opportunità economiche.
Una mafia in evoluzione
Il maxi blitz dei carabinieri a Palermo ha svelato una mafia in continua evoluzione, capace di adattarsi ai cambiamenti economici e tecnologici. Dalle estorsioni “concilianti” al traffico di droga e alle scommesse online, Cosa Nostra dimostra di essere ancora un’organizzazione potente e pericolosa. L’arresto di 181 mafiosi rappresenta un colpo significativo, ma la lotta contro la mafia richiede una vigilanza costante e una risposta altrettanto adattabile da parte delle forze dell’ordine. La mafia, pur cambiando volto, continua a rappresentare una minaccia per la società e l’economia, dimostrando una capacità di adattamento che richiede una risposta altrettanto dinamica da parte delle istituzioni.