che il vescovo di Mazara mons. Domenico Mogavero, ha rivolto in occasione dell'incontro a Roma con Gheddafi. Il presule è stato infatti invitato alla manifestazione per festeggiare l'anniversario della firma dell'accordo italo-libico del 30 agosto 2008.
Quanto alla frase del colonnello che ieri avrebbe detto "L'Europa dovrebbe diventare musulmana", per il vescovo, presidente del Consiglio Cei per gli affari giuridici, "è una battuta propagandistica a effetto ma anche un'utile provocazione per ricordare all'occidente agnostico che nega le proprie radici cristiane l'importanza della religione nella formazione dell'identità nazionale". Mogavero parla della politica dei respingimenti in mare, che assieme allo stretto controllo dell'immigrazione da parte libica in seguito all'accordo del 2008 ha portato a un crollo verticale degli sbarchi dall'Africa in Italia, ma anche a un crollo delle richieste d'asilo. "E' preoccupante che non si sappia nulla di ciò che accade ai disperati d'Africa arrestati dalla polizia libica. Ne ho già discusso col ministro Maroni. Non si può chiudere gli occhi di fronte a condizioni contrarie alla dignità umana". E prosegue, "l'auspicio è che il confronto diretto con Gheddafi faccia riflettere tutti sulla politica dei respingimenti in mare dei migranti" perché "nessuno sa quale destino attende gli extracomunitari quando vengono riportati in Libia". Mogavero sottolinea che "visto che dall'Italia non ho avuto risposte lo chiederò direttamente a Gheddafi". Al Convegno all'accademia libica, spiega, è stato invitato "dall'Accademia e dalla presidenza del Consiglio" e aggiunge "confido che il cerimoniale non impedirà un confronto franco sui contenuti. Non si può essere succubi o complici e mettere la testa sotto la sabbia".