costruzioni, dovute alla fortissima concorrenza della cantieristica non solo dell'estremo oriente, ma anche della vicina Turchia. Cosi' l'azienda spiega di trovarsi "costretta" a mettere in campo "un piano di ristrutturazione di emergenza cui si accompagneranno forti ridimensionamenti dell'organico e il dissolvimento dell'indotto, in larghissima parte siciliano".
Complessivamente, sottolinea la societa' della cantieristica trapanese, la perdita di posti di lavoro si aggira tra le 250 e e le 300 unita'. "Con grande risalto si sono susseguite notizie circa le tensioni interne agli stabilimenti Fincantieri, ma La crisi del settore - aggiunge il management della societa' - ha un impatto ancor piu' pesante su realta' produttive di dimensioni minori che, tra l'altro, non trovano analoga eco ed attenzione". Una situazione da tempo anticipata alle organizzazioni sindacali e il piano di ridimensionamento sara' a breve ufficializzato con la prevista convocazione delle parti. "La crisi e' innegabile ed e' molto difficile affrontarla. Ancora - accusa l'azienda - non vengono liberati i fondi Fas che potrebbero essere immediatamente utilizzati per il settore cantieristico siciliano, cosi' come peraltro ha dichiarato l'assessore alle Attivita' produttive Venturi in un recente incontro con i vertici della Cantiere navale di Trapani a Palermo. L'auspicio della nostra societa' e' che si ponga fine a questa pervicace miopia istituzionale e si avviino con estrema urgenza adeguati interventi di sostegno al settore, che gia' in passato, attraverso i contribuiti alle nuove costruzioni e alle trasformazioni, hanno mantenuto le imprese sul mercato e i rispettivi livelli occupazionali". (AGI)