Non solamente di quanti, in stragrande maggioranza hanno votato per il centrodesta, ma anche di tutti coloro che comprendono lo scippo perpetrato dal presidente Raffaele Lombardo e il suo assoluto disprezzo di ogni regola amministrativa e politica».
«Lo stato di coma in cui Lombardo ha ridotto la Sicilia e la sua economia, immobilizzando di fatto tutti gli apparati regionali nel costante tentativo di asservirli alle sue esclusive volontà , sta producendo guasti enormi alla società siciliana. Ritengo – continua d’Alì – che lo stesso PD, che a parole sempre si appella al rispetto, non solo della volontà elettorale ma anche delle corrette dinamiche della politca, debba ravvisare l’opportunità di non avallare ulteriormente una esperienza che poco ha a che fare con i concetti di correttezza e legalità e che richiede un immediato ritorno alle urne nell’interesse della Sicilia e dei siciliani».
«Presunte riforme, stravolgimenti amministrativi e letali ritardi negli strumenti di programmazione e nell’utilizzo delle opportunità di spesa che il presidente Lombardo cerca di addebitare ad altri sono solamente strumenti finalizzati alla acquisizione di un potere che va contro ogni pur immaginabile forzatura della democrazia e del rispetto delle istituzioni. Con il ministro Alfano – conclude Antonio d’Alì – sono sicuramente schierati tutti gli esponenti politici del centrodestra sicilano, se vogliono essere rispettosi del patto elettorale, ma anche tutti i cittadini di buon senso che hanno a cuore un vero processo riformatore della Sicilia».