Ferdinando Casini e dal presidente dei senatori Gianpiero D'Alia. Capogruppo è Giulia Adamo, transitata nell'Udc dopo avere guidato il gruppo del Pdl Sicilia, frantumatosi dopo la fuoriuscita dei parlamentari vicini al sottosegretario Gianfranco Micciché, che hanno formato il gruppo Forza del Sud. Del gruppo Udc fanno parte i deputati Mario Parlavecchio, Marco Forzese, Orazio Ragusa e Giovanni Ardizzone. "Mi sembra che in questo ultimo mese abbiamo fatto un buon lavoro all'Assemblea regionale - ha aggiunto Casini - Sono sicuro che possiamo continuare a fare bene e superare il numero di rappresentanti che avevamo in precedenza". Potrebbero entrare a far parte del gruppo Udc altri deputati, tra cui Salvatore Lentini e Vincenzo Vinciullo. "Ma il punto non è la contabilità nel nostro partito - ha concluso - ma i problemi della Sicilia, su questo siamo impegnati".
"Noi sosteniamo il Governo regionale - ha detto Giulia Adamo - perchè è un governo di tecnici bravi ed è in grado di portare le riforme per la Sicilia".
"Ogni volta che si mette alla prova il miracolo Alitalia ci si rende conto che è meno miracolo di quanto si creda". Con queste parole il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, ha giustificato il ritardo con cui è giunto a Palazzo dei Normanni, sede dell'Assemblea regionale siciliana, dove ha tenuto la conferenza stampa per presentare il nuovo gruppo dell'Udc all'Ars.
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"Non ci sarà alcun ribaltone" perché il caso Sicilia dove il governo di Raffaele Lombardo è sostenuto da Pd, Mpa, Udc, Fli e Api di Rutelli "non è la prova generale di quanto può accadere a livello nazionale". Semmai a Roma, avverte il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, ci potrebbe essere "un auto-ribaltone di Berlusconi e Bossi" che "se in modo irresponsabile gettassero la spugna sciogliendo le Camere", commetterebbero "un atto di follia politica". Di fronte a questo scenario, Casini è sicuro che "le elezioni anticipate non sono la soluzione" e incalza: "Ovvio, gli altri non faranno le belle statuine, si prenderanno la responsabilità di governare questo Paese". Dunque l'eventualità di un esecutivo di unità nazionale o costituzionale, proposta rilanciata da Dario Franceschini (Pd) e Italo Bocchino (Fli), sembra molto più che una ipotesi. "Se non mettiamo insieme, prima o poi, le forze responsabili - taglia corto Casini - non riuscriremo ad affrontare in modo concreto le tante emergenze, con provvedimenti anche impopolari. La paura e lo sguardo costante verso le elezioni non portano a nulla". Insomma, da Palermo, dove ha presentato il nuovo gruppo all'Assemblea regionale (cinque deputati) dopo la diaspora di Totò Cuffaro e Saverio Romano fondatore del Pid, Casini serra le fila del suo partito e tenta di fare chiarezza sulla posizione dell'Udc, sempre più "al centro", disponibile ad alleanze "ma non con Di Pietro perché il suo giustizialismo populista rappresenta l'altra faccia della medaglia del populismo della Lega nord". Una risposta all'appello di Nichi Vendola, secondo cui "gli uomini e le donne di buona volontà da Casini a Di Pietro hanno il dovere di trovare un codice comune e un'idea di futuro". "Rispetto molto Vendola e lo stimo - aggiunge Casini - ma la mia idea della politica è differente dalla sua". "D'Alema e Bersani lo sanno - prosegue - l'Udc non ha alcun accordo in tasca, facciamo tutto in trasparenza e con la massima chiarezza". Poi alza i toni: "Se domani si vota noi andiamo da soli, non abbiamo intenzione di allearci con il Pdl o con il Pd; li avevamo avvertiti che il bipartitismo e il bipolarismo avrebbero consegnato il Paese nelle mani di Bossi da un lato e di Di Pietro dall'altro; non esiste un'alleanza con due partiti perdenti". Anche se l'insistenza di Franceschini sul "terzo polo" sembra poi limare le distanze col Pd. "Ritengo corretta la sua impostazione - commenta il leader centrista - Ho sempre espresso la sua stessa opinione. Berlusconi è stato scelto dagli italiani e deve governare, alla fine vediamo se è stato bravo o no". E a chi promuove movimenti e partiti del Sud, come il sottosegretario Gianfranco Micciché che sabato a Palermo battezzerà Forza del Sud (Fds) già presenta all'Ars, Casini lancia un messaggio: "Stiamo molto attenti a spezzettare il Paese in tante leghe: quella del Nord, quella del Sud e magari quella del Centro. Se l'Italia sarà ridotta a questo spezzatino avremo definitivamente compromesso la battaglia per il Sud, creando tanti sindacati territoriali". Mentre a chi gli contesta il "ribaltone" in Sicilia, soprattutto gli ex colleghi di partito come Saverio Romano, il leader centristra risponde secco: "Non volevo che Lombardo fosse il nostro candidato alla presidenza della Regione siciliana, poi è stato eletto, come è stato eletto Berlusconi. Per noi deve governare, lo sosteniamo. Dove è il ribaltone? Non credo Lombardo sia cambiato, forse è cambiata l'Udc".