partecipato a feste e festini con personaggi dell’entourage berlusconiano.A Palermo la storia è più arzigogolata ma la protagonista è comunque una cubista proprio come la giovane marocchina. Solo che la donna in questione è maggiorenne, anzi ventottennne, per quel che si sa, e al momento non ha neppure un nome. Gli investigatori siciliani non l’avrebbero ancora individuata, ma sanno già molto di lei. Perché a raccontane le prodezze è una sorta di mezza pentita, o se si preferisce la dietrologia siciliana, di ventriloqua: Perla Genovesi, ex assistente del parlamentare Pdl Enrico Pianetta, a sua volta arrestata perché coinvolta in un traffico di droga.
Dunque la Genovesi finisce nei guai e perde il posto: si scopre che per amore del fidanzato si è infilata in un traffico di cocaina purissima. Ma si scopre anche dell’altro, come spesso capita in queste inchieste matrioska; ai magistrati racconta dell’amica ventottenne, la escort, che aveva un cruccio: un figlio di pochi anni e una battaglia in corso per non perderlo. Come fare? Perla Genovesi si muove nel mondo della politica e ha, così spiega ai pm, un’idea: nel 2006 presenta la ragazza a Renato Brunetta, oggi ministro della Funzione pubblica. Il seguito non è chiaro, ma possiamo intuirlo a grandi linee: la cubista dopo aver conosciuto Brunetta incontra altri politici, qualcuno di questi la porta forse ad Arcore, o a Villa Certosa, comunque la fa entrare in quello che lei chiama il «giro delle feste del presidente». Il seguito è tutto da scrivere, anche perché la donna non è stata ancora rintracciata. Ma in sostanza si può dire che la escort avrebbe partecipato ad alcuni incontri con politici a base di sesso e stupefacenti. Chi siano questi partner dei festini a luci rosse non è dato sapere.
Insomma, se si deve cercare si deve guardare altrove. Certo, la Genovesi e la sua amica si parlano, si scambiano confidenze, la prima, collaboratrice di Pianetta - a quanto si può capire del tutto estraneo a questa vicenda - introduce la seconda negli ambienti del palazzo, poi la seconda racconta alla prima le sue piccanti esperienze. Potrebbe finire lì, ma la Genovesi non si fa mancare nulla: si è legata a Paolo Messina, un impiegato comunale di Campobello di Mazara conosciuto in discoteca che importa cocaina purissima trattando direttamente con i capi dei cartelli colombiani e peruviani.
Al vertice dell’organizzazione dunque c’è Paolo Messina, 53 anni, impiegato comunale di Campobello di Mazara, sorpreso in passato ad avere rapporti con i favoreggiatori del superlatitante di Cosa nostra Matteo Messina Denaro. Messina, dice la Genovesi, organizza da tempo festini a base di cocaina ed escort a beneficio di esponenti del Pdl locali e nazionali, quasi sempre nelle splendide ville della costa di Castelvetrano, tra Triscina e Tre Fontane. Perla Genovesi, madre di una bambina di due anni, ha conosciuto il giro quando ha iniziato a fare politica dieci anni fa, con il Nuovo Psi
Messina trascina la donna in una storia più grande di lei: per amore la Genovesi si trasforma in corriere della cocaina. Poi, nel gennaio 2007 la coppia viene bloccata dai carabinieri. Lei è incinta e limita i danni con un passaggio agli arresti domiciliari; ma a quanto pare non scioglie il nodo di quel rapporto pericoloso e nello scorso mese di luglio viene fermata per la seconda volta, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. È l’operazione Bogotà . Nelle scorse settimane l’ex assistente parlamentare dalla doppia vita comincia a collaborare con gli inquirenti: racconta dei festini cui ha partecipato direttamente, fra il trapanese e l’Emilia, arriva confusamente a definirsi «un’informatrice, un’infiltrata fra i politici» e nella sua fluviale narrazione si ricorda anche dell’amica. Così i pm Marcello Viola e Calogero Ferrara aprono un secondo filone, parallelo al primo e tutto da verificare. Ma questa volta fra le location citate,de relato almeno per ora, ci sarebbe Villa Certosa. Insomma, un’altra tempesta è in arrivo sul Cavaliere.
LE REAZIONI.“Tutti a casa ora basta, ormai sembra un governo a luci rosse”. Lo dice in una nota il portavoce dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando, commentando le indagini della procura di Palermo, basate sulle dichiarazioni di una presunta trafficante di droga e che riguarderebbero un’ex ragazza immagine ed escort, che avrebbe confidato di aver preso parte a diverse feste a luci rosse, alcune delle quali avrebbero visto la presenza del premier.
“Se quanto comincia Ad emergere dalle indagini della procura di Palermo fosse confermato – aggiunge Orlando – sarebbe l’ennesima prova di uno scandalo senza fine e di una vergogna per l’intero Paese che non può più essere tollerata”.
Le reazioni del Pdl. ”Prima Milano ed in immediato risponde Palermo in un copione già visto migliaia di volte. Se qualcuno gridava al pericolo che l’Italia scendesse nel ridicolo, ora deve davvero preoccuparsi”. Lo afferma il vice presidente del gruppo Pdl alla Camera, Jole Santelli. ”Non mi meraviglierei se fra qualche giorno comparisse un annuncio su giornali specializzati con invito ad escort, ballerine, cubiste e ragazze che a vario titolo amano frequentare feste e locali notturni – aggiunge – di recarsi nelle procure competenti per il loro territorio a narrare qualche storiella purché sia presente il presidente del Consiglio”.”Spieghino i nostri solerti giornalisti – conclude la parlamentare calabrese – da quando l’allarme criminale maggiore in Italia sono diventate un po’ di allegre ragazze che se parlano del presidente del Consiglio acquistano notorietà e se lo criticano le stigmate della santità ”.