Lo dichiara il Presidente del Consiglio Provinciale di Trapani, Peppe Poma, alla vigilia dell’importante riunione straordinaria ed aperta che si terrà domani pomeriggio (3 novembre), con inizio alle ore 16,30. All’ordine del giorno la proposta abolizione delle Province in Sicilia ed i provvedimenti collegati allo status dei Consiglieri Provinciali previsto nell’ultima finanziaria regionale. Alla seduta sono stati invitati a partecipare i Presidenti della Regione e dell’ARS, gli Assessori Regionali al Bilancio e alle Autonomie Locali, i Parlamentari Regionali della provincia di Trapani, i Sindaci ed i Presidenti dei 24 Consigli Comunali del territorio trapanese. Le disposizioni del Titolo III della finanziaria, infatti, non riguardano soltanto le Province Regionali ma anche tutti i Comuni siciliani.
Per quanto concerne la proposta di abolire gli Enti Provincia, il motivato convincimento del Consiglio Provinciale, già espresso alla unanimità in altre occasioni, tra cui l’assemblea nazionale dell’UPI svoltasi recentemente a Catania, è che il ruolo e le insostituibili funzioni delle Province sono solennemente sanciti nell’ordinamento costituzionale della Repubblica italiana e rispondono alle esigenze del decentramento democratico. Non è possibile, pertanto, parlare di una loro abolizione ma, al contrario, occorre garantirne e rafforzarne competenze ed ambiti di intervento.
Al contrario, il problema vero – afferma ancora il Presidente Peppe Poma – è la necessità di porre maggiore attenzione all’esigenza che le stesse Province hanno di essere messe nella condizione, finalmente reale e non più presunta, di gestire la titolarità delle proprie funzioni e delle proprie competenze garantendo a questi Enti, tramite anche l’attuazione del federalismo fiscale, l’effettiva autonomia finanziaria ed interrompendo la continua proliferazione di organismi, quali Ambiti, Agenzie, Commissari, Autorità , che sottraggono al controllo ed al giudizio degli elettori scelte e decisioni di grande rilievo e che, invece, se organicamente condotti nell’alveo delle Province, consentirebbero una sicura contrazione di spese con il corrispondente certo raggiungimento anche di obiettivi di efficacia, efficienza ed economicità .
Obiettivi – aggiunge il Presidente del Consiglio Provinciale – che non potranno essere raggiunti con il taglio degli Assessori e dei Consiglieri Comunali e Provinciali o delle stesse Province Regionali né, tanto meno, con l’abolizione dei permessi a carico delle stesse pubbliche amministrazioni.. E’ soltanto fumo negli occhi, perché i costi della politica sono ben altri e perché gli sprechi riguardano, soprattutto, la stessa Regione nonché quella miriade di enti e società regionali, Consorzi, ATO in particolare (come dimostrano i noti accadimenti di questi giorni con passivi mastodontici) etc, che sperperano fondi. Qualche Provincia od alcuni Consiglieri ed Assessori in meno o la riduzione delle loro indennità non risanano certo il bilancio ma diminuiscono la rappresentanza democratica delle istituzioni.
Lo conferma ampiamente – conclude Poma - anche il possibile paragone fra il costo di un Consiglio Provinciale e quello dell’Assemblea Regionale. Infatti, mentre il nostro Ente, cioè la Provincia Regionale di Trapani, spende, in atto, meno di 1 milione di euro annuo per 35 Consiglieri, (indennità + rimborso spese di viaggio), alla Regione Siciliana, sulla base delle notizie che è stato possibile avere (purtroppo soltanto da fonti giornalistiche perché questa materia alla Regione è top secret) mantenere 90 Parlamentari costa la bellezza di 50 volte di più, cioè quasi 50 milioni di euro all’anno (indennità + rimborsi e, soprattutto, tantissimi privilegi).