Ora che c’è l’accordo si passi agli investimenti e al rilancio senza ripensamenti. Negli Stati Uniti dove è in corso il Salone di Detroit il mercato auto è invece in ripresa, le “tre grandi” stanno uscendo da un biennio disastroso che le stava portando ad un tracollo quasi inevitabile. Come sono uscite dalla crisi? General Motors e Chrysler hanno beneficiato dagli aiuti di Stato e stanno consolidando le loro posizioni specie nel mercato interno.
Ford invece ha fatto affidamento solo al proprio management e alla tecnologia e la nuova Focus è la world car sulla quale la casa americana affida le aspettative per un futuro prossimo più roseo. Al Naias, la prima cosa che più colpisce, come detto, è la recuperata vivacità dei colossi locali, ma non può essere trascurato un particolare fondamentale per questa ripresa: la Fiat è stata determinante per il rilancio di Chrysler; negli States devono gran parte del successo alla nuova Jeep Grand Cherokee, ma è altrettanto vero che le ottime vendite in Europa sono ormai controllate dal gruppo di Torino.
Sotto i riflettori di Detroit 2011 brillano gli ultimi modelli proposti dalle principali case internazionali. In prima linea troviamo i costruttori europei: Audi propone la nuova A6, BMW la Serie 6 Cabrio,Serie 1 M Coupè, e l'X3, inedita in suolo nordamericano. Mini, marchio legatissimo al mercato USA, propone la Paceman Concept, mentre Mercedes alza il velo sulla nuova SLK. Dal giappone risponde il brand di lusso della galassia Nissan, Infiniti, con la dinamica SUV EX 2011, mentre Hyundai porta le concept Veloster e Crub.
Intanto, in concomitanza con l’apertura del Salone, Marchionne fa sapere di aver aumentato la propria quota in Chrysler dal 20 al 25% e lancia idee e prodotti che in breve vedremo sulle nostre strade e che dovrebbero iniziare a raccogliere i frutti di questa collaborazione storica per l’auto italiana. I modelli di imminente commercializzazione saranno la nuova lancia “Thema” sulla base della Chrysler 300 e la nuova Phedra basata sulla Grand Vojager.
Lo stesso Marchionne conferma ufficialmente l’ingresso della Maserati nel segmento suv, la scocca usata sarà quella della Grand Cherokee ma nel cofano motore ci sarà molto probabilmente un V8 di origine Ferrari che già equipaggia la Quattroporte o addirittura un V12. Rimbalzano dalla Germania, sempre per rimanere in casa Fiat le voci del possibile imminente acquisto dell’Alfa Romeo da Parte di Volkswagen, indiscrezioni da tempo smentite dallo stesso Ceo e ora anche dal Presidente Elkan che addirittura rilancia con una possibile acquisizione dei veicoli commerciali di Wolfsburg. Il mercato Italiano e in generale quello europeo vanno peggio rispetto allo scorso anno.
È stato un anno negativo per il Gruppo Fiat che ha perso il 17% rispetto al 2009, cedendo definitivamente
la quinta posizione in classifica a Ford. Riguardo ai singoli brand del Gruppo, nel 2010 le vendite di Fiat hanno segnato un calo del 18,8%, attestandosi a 825.376 unità. Analogo bilancio per il marchio Lancia (-18,2%), mentre Alfa Romeo ha quasi eguagliato il 2009 con solo lo 0,4% di vendite in meno.
In costante ripresa, invece,General Motors che, nonostante un 2010 in calo del 7,3%, nell'ultimo mese dell'anno ha ottenuto un incoraggiante +15,7%, mantenendosi saldamente al quarto posto nella top ten delle Case.
Per quanto riguarda le consegne dei singoli Gruppi, a dicembre Volkswagen, si è comunque confermata leader del mercato con 213.232 unità (-1,3%), davanti a Psa (Peugeot-Citroën, -6,3%) e alla Renault (-1,3%). Quarta posizione, come anticipato, per GM (+15,7%), davanti a Ford (-25,5%), Fiat (-19,1%) e BMW (+13%). Chiudono Daimler (-1,9%) e Toyota (-7,6%). Fra i marchi indipendenti ottimi risultati per Volvo (+25,8%) e Mitsubishi (+59,9%). A dicembre segno negativo in tutto Europa tranne che in Germania, Spagna e Gran Bretagna. Per una ripresa positiva del mercato ora che il nodo Mirafiori comunque sembra essersi risolto, e rileggendo questi dati di vendite per nulla positivi, il Lingotto ha il dovere di iniziare a produrre auto e scongelare quei progetti bloccati da diverso tempo e che non hanno portato a nulla di positivo nè per l’azienda né per i lavoratori.
Carlo Rallo