- Ciò premesso, cosa è il fascismo e perché lo considera attuale?
Una prima risposta può essere riportare la definizione che del fascismo diede Ernesto “che” Guevara. Il nostro, chiaramente persona di parte, definì il fascismo come il regime che si da la borghesia quando ha paura. Ritengo opportuno precisare che col termine “borghesia” deve intendersi quel 15% circa di persone che controllano il 50% circa di ricchezza, mia opinione. Fermo restando la giustezza e veridicità della efficace definizione del “che”, vorrei argomentare brevemente sul fascismo iniziando “ab ovo” dall’origine. Nella metà del 1700 in gran Bretagna si diede attuazione pratica alle teorie politiche dei pensatori inglesi Adam Smith e contemporanei, i cosiddetti filosofi radicali, formando i primi governi liberisti.
Da notare che le teorie liberiste e quindi il liberismo, oggi di moda, furono enunciate nella prima metà del 1700 ( G.B. Vico dove sei?) mentre il manifesto del partito comunista nel 1848. Tra i primi provvedimenti dei governi liberisti, nati per supportare la nascente industria inglese, le leggi per favorire l’inurbamento più o meno forzoso della popolazione agraria. Per esempio, in quegli anni, il parlamento inglese approvò una legge che costringeva i contadini a recintare i campi su cui vivevano e chi non era in grado di rispettare la legge perdeva il campo e tutto ciò che il campo conteneva, abitazione, stalla e bestie. Il controllo sociale era affidato a pochi “sani” principi: come disse un politico dell’epoca “no problem fin quando possiamo pagare il 50% della plebe affinchè spari sull’altro 50%. I rapporti tra impresa e propri dipendenti: ogni dipendente un contratto.
Il problema si presenta quando il gioco si fa duro e la semplice brutale forma di controllo sociale suddetta diventa insufficiente o eccessivamente rischiosa e dispendiosa; a questo punto si gioca la carta del fascismo, una forma di governo che alla violenza affianca locuzioni di sinistra, popolari e pesudodemocratiche al fine di ingannare le masse. In origine furono i fasci dei lavoratori di ispirazione socialista, poi i fasci d’azione rivoluzionaria fondati dal duce cui seguirono i fasci di combattimento ed infine il fascismo. Quindi il fascismo è forma di difesa della borghesia, grande e piccola, i cui singoli elementi sono presenti in forma sparsa in tutta la società. I vari elementi caratterizzanti il fascismo in determinate situazioni sociali ed in presenza di un evento o elemento catalizzatore diventano il punto d’appoggio su cui far leva per allargare le distanze sociali fino ad un punto ritenuto di sicurezza e se nell’operazione si perderà qualche elemento, come disse quel principe della chiesa la notte di san Bartolomeo “ammazzateli Dio riconoscerà i suoi”.
- Berlusconi perché fascista?
Correva l’anno 1992. Accidentalmente, accidentalmente perché applicando la nostra Costituzione che in altri tempi si definiva come progetto in divenire, la nostra Costituzione che nasce regionalista e le regioni si costituiscono nel 1971 e che coerentemente impone un legge diversa per l’elezione dei senatori, per chi non lo avesse capito il senato regionale c’è già. La nostra Costituzione che impone l’uguaglianza tra tutti e l’uguaglianza tra maschi e femmine avviene nel 1975, siamo in attesa che pure gli omosessuali siano uguali, avviene che la procura di Roma già nominata porto delle nebbie non può avocare l’inchiesta mani pulite che nel suo procedere azzera la classe politica che aveva avuto responsabilità di governo. Alle elezioni politiche del 1994, gli unici partiti rimasti sono, la Lega Nord, l’MSI che in quanto partito ex fascista era scarsamente spendibile sul piano elettorale e gli ex PCI che malgrado gli sforzi di Berlinguer e la caduta del muro di Berlino, il popolo, ancora, non percepiva come partito socialdemocratico. Silvio Berlusconi, imprenditore televisivo, finanziario, proprietario della standa, con capillare organizzazione su tutto il territorio nazionale ha bisogno di un forte referente politico per sopravvivere, infatti sono concessioni governative le frequenze radiotelevisive.Il libero mercato della pubblicità in quel momento aveva troppe regole ed una certa legge Mammì imponeva cose sgradevoli per un imprenditore televisivo del calibro di Berlusconi. Quindi un impero ancora da puntellare e difendere. Quindi, per la mancanza del referente politico la nascita di “forza italia” movimento politico che si allea con gli ex missini al sud e con la lega nord al nord. Ed il Berlusconi che si presenta come il tutto ed il suo contrario o come diceva il duce “il fascismo è anticomunista ed è pure anticapitalista”, vince, perché come si fa a farsi governare dai comunisti? Gli ex missini non sono più nostalgici, sono rimasti fascisti e fanno parte del popolo della libertà.
- La televisione può sostituire il manganello?
A prescindere che di manganello si può morire e di televisione no, del duce si è sempre apprezzato e glorificato la capacità di utilizzare la radio e la nascente cinematografia con l’istituto luce e la settimana incom per creare e consolidare consenso con la diffusione di filmati glorificanti il regime. E’ da ricordare che a metà degli anni sessanta un certo P.P. Pisolini che produceva scritti corsari era antifanfaniano perché il Fanfani con il suo potere politico sosteneva Bernabei, inamovibile capo della RAI che con i suoi programmi omologava gli Italiani eliminandone le specificità ragionali.
Pietro Stella