Il tribunale di Marsala sta cercando di accelerare i tempi del processo, perchè ormai siamo ai limiti della prescrizione. "Secondo i nostri calcoli - dichiara l'avvocato Giovanni Gaudino, che rappresenta la parte civile - il reato si prescriverebbe ad aprile. Quindio ritengo che entro febbraio o al più presto entro metà marzo sarà emessa la sentenza di primo grado".
Sono 17 le persone coinvolte nell'inchiesta della Procura sul presunto abusivismo edilizio, con «violazioni delle norme e dei vincoli sulla tutela paesaggistica della riserva naturale dello Stagnone», commesso sull'Isola Lunga nell'ambito dei lavori di ristrutturazione di alcuni vecchi immobili trasformati in Eco Resort dalla società Antiche Saline.
Imputati nel processo sono l'architetto Vincenza Canale, dirigente del Suap del Comune di Marsala, l'ingegnere Mario Stassi, anch'egli funzionario comunale, l'ex assessore provinciale al Territorio Angelo Mistretta (Mpa), Domenico Ottonello, Giovanni Curatolo, Maria Guccione, Antonino Provenza, Francesco Torre, Antonino Castelli, Maria Rosa Sciannaca, tutti componenti del consiglio provinciale scientifico, l'ex soprintendente Carmela Di Stefano, i tecnici della soprintendenza Sergio Alessandro e Silvio Manzo, l'architetto Roberto Manuguerra, progettista delle opere, Gaspare Buscaino, titolare dell'impresa Gble, e infine Giacomo D'Alì Staiti e Adele Occhipinti, proprietari dell'area e titolari della Antiche Saline. La vicenda è relativa al recupero di un fabbricato, un tempo utilizzato per dare alloggio ai salinari, che si voleva destinare ad uso ricettivo. L'accusa prefigura una sorta di compiacenza dei funzionari ad un progetto (con modifica di destinazione d'uso) che per la Procura non poteva essere approvato. E non c'è soltanto la violazione delle norme urbanistiche, per alcuni, anche il reato di abuso d'ufficio.
Nell'ultima udienza a testimoniare è stata l'architetto Ignazia Pinzello, docente associato di Progettazione urbanistica alla Facoltà di Architettura di Palermo ed ex componente (dal 1982 al 1992) del Consiglio regionale per la protezione del patrimonio naturale. Rispondendo alle domande dell'avvocato difensore Paolo Paladino, ha detto di conoscere i proprietari della palazzina della zona Carco e di averli consigliati nella ristrutturazione dello stesso immobile. Nonché di avere visionato le carte del progetto che si prefiggeva di realizzare una foresteria per l'alloggio di non più di 10 persone interessate alla ricerca sull'Isola. A domanda, poi, dell'avvocato Giovanni Gaudino, legale di parte civile per l'associazione Ekoclub, se tra le carte c'erano le valutazioni d'impatto e di incidenza, la Pinzello ha fatto cenno di «no» con il capo, affermando, però, per lei erano «implicite» al progetto. Ma nel corso del processo è già emerso, come confermato dal consulente della Procura, l'architetto Giovanni Crosta, e dal naturalista Enzo Sciabica, queste valutazioni non figurano tra le carte presentate per l'approvazione del progetto. Oltre alla Pinzello, il Tribunale ha ascoltato anche ex «curatolo» delle saline dell'isola appartenenti ai D'Alì, Giovanni Sammartano, che ha dichiarato che la palazzina Carco è rimasta in stato d'abbandono per circa 35-40 anni. L'avvocato Giuseppe Galfano, difensore di Enza Canale, ex dirigente del Suap, ha chiamato a testimoniare l'architetto Antonino Alestra, che nel '99 firmò un'analoga autorizzazione per la ristrutturazione di un immobile nella riserva Saline di Trapani e Paceco. Il legale vuole di dimostrare che nell'autorizzazione rilasciata dalla Canale non c'era dolo, visto che esistono «casi analoghi». C'è, però, una piccola differenza. L'Isola Lunga è zona A della riserva dello Stagnone, mentre l'autorizzazione rilasciata da Alestra era per un immobile in zona B. E in questo secondo caso il regolamento è meno restrittivo.