insieme a Simone Gandolfo e Sara Cianfriglia, da Erri de Luca, al Teatro Menotti. L'adattamento di uno dei romanzi più noti di De Luca, In nome della madre (Feltrinelli, 2006). La storia è quella di una donna di Galilea, una ragazza come tante, fidanzata con Giuseppe, falegname, e destinata ad una vita di moglie e madre. Un giorno appare un angelo e per Miriam/Maria il destino cambia in fretta. Diventa, come dice Erri De Luca, "operaia della divinità". Porta in grembo, senza seme, un figlio che le cresce dentro come a tutte le donne, ma che oltre a essere il suo è anche il figlio di Dio. Un bambino che viene al mondo senza piangere e cambia la storia dell'umanità. In teatro, si respira la consapevolezza dell'attesa, il mistero della maternità, il lungo viaggio a Bet Lèhem e il grande amore di Giuseppe/Josef che crede nell'onestà della sposa, la difende e la onora in ogni istante, a dispetto delle accuse delle altre donne e del chiacchiericcio del paese. Sul palco oltre all'attrice, anche il regista (che fa "da spalla" interpretando provvisoriamente Giuseppe) e l'autore che non veste nessuna maschera, solo i panni di un "redattore della vicenda", come preferisce definirsi. Le musiche sono di Gianmaria Testa, Fabrizio De Andrè, Gabriele Mirabassi, Danny De Luca, Erri De Luca. Suddiviso in quattro stanze, l'andamento della pièce procede con spostamenti da una stanza all'altra, a cui si alternano quattro momenti musicali, fino al momento in cui si abbandona l'atmosfera della prova e lei diventa Miriam-Maria per raccontare in prima persona la sua gravidanza e il suo parto. Si compie così il miracolo.
Elisa Giacalone, Milano