Talmente speciale da rappresentare la prima forma di federalismo, ancor prima che i leghisti comparissero sulla scena politica e facessero del "federalismo" la risoluzione di tutti i mali. Un'autonomia che -- indubbiamente -- ha prodotto negli anni fardelli di sprechi e privilegi. Lo spiegano bene Enrico Del Mercato ed Emanuele Lauria, firme di primo piano del quotidiano La Repubblica, nella loro inchiesta "La Zavorra. Sprechi e privilegi nello stato libero di Sicilia", edito da Laterza. Una raccolta di dati e la ricostruzione delle occasioni perdute della Regione, a cominciare dal 1946, con la nascita dello statuto autonomista, fino a oggi. L'inchiesta, con la prefazione di Gian Antonio Stella, è un pugno allo stomaco con cifre da capogiro e stravaganze politiche di cui si sentono, a distanza di anni, strascichi imbarazzanti. Basti pensare che la Regione Sicilia conta 3.500 geometri e ingegneri assunti 23 anni fa per il disbrigo di pratiche di sanatoria. Pratiche che non sono mai state esaminate. Ha un parlamento i cui membri guadagnano quanto i senatori della Repubblica. Gli amministrativi vanno in pensione anticipata anche con meno di 25 anni di servizio, guadagnando una cifra fino al 108 per cento dell'ultimo stipendio. Numeri, leggi, storie che si lasciano divorare e si mescolano con le vite di ognuno disegnando un'immagine della Sicilia, burocratica e politica, che poco spazio lascia alla leggerezza e che invita invece -- senza falsi moralismi -- alla responsabilità. Affinché la lista delle occasioni perdute non si allunghi irrimediabilmente.
Elisa Giacalone