Grazie al progetto Calypso, in parte finanziato dall’Unione europea nell’ambito del “Programma Italia-Malta – La politica di coesione 2007-2013. Un mare di opportunità per il futuro”, sarà realizzato un sistema stabile ed operativo per il monitoraggio di correnti marine nel tratto di mare compreso tra Malta e la Sicilia mediante l’uso di un sistema di radar che sarà installato nella parte nord dell’isola maltese e a sud della costa siciliana con lo scopo di fornire dati continui utili ad ottimizzare gli interventi in caso di eventi di sversamenti di idrocarburi.
E oggi, a Trapani, nella sede dell’Università degli studi di Palermo (Polo didattico territoriale della Provincia di Trapani), si è tenuta la prima riunione operativa tra i rappresentanti dei partner - Aldo Drago per l’Università di Malta, Liz Markham per l’Autorità per i trasporti di Malta, Sarah Grech per il Dipartimento di Protezione civile di Malta, Clinton O’Neill per le Forze armate di Malta, Enzo Falzone per l’Arpa Sicilia, Giuseppa Buscaino dell’Istituto per l’ambiente marino costiero di Capo Granitola, Giuseppe Ciraolo per l’Università di Palermo, Angelo Messina per il Cutgana dell’Università di Catania alla presenza del capitano di fregata Giosuè Messina, comandante in seconda della Capitaneria di Porto di Trapani -, in cui sono stati definiti i dettagli del progetto che prevede, grazie all’inclusione delle autorità pubbliche dei due Paesi, il massimo e completo sfruttamento della rete di HF radar per lo svolgimento di azioni mirate allo scambio di informazioni e messa a punto di protocolli d’intesa per migliorare la capacità di intervento e di sorveglianza coordinata fra le autorità maltesi e siciliane nel caso di eventuali incidenti ed emergenze.
Alla riunione è intervenuto anche il senatore Antonio D’Alì, presidente della Commissione Ambiente del Senato, il quale ha espresso soddisfazione “per il partenariato di particolare interesse costituito nell’ambito del Programma Italia-Malta sul monitoraggio delle acque del canale siciliano-maltese anche alla luce dei dati rilevati in merito agli sversamenti di idrocarburi che nel Mediterraneo si attestano attorno ai milligrammi per metro cubo contro una media del 3,5 negli altri mari”. D’Alì ha anche aggiunto che la “Commissione Ambiente del Senato sta seguendo con attenzione lo stato di sversamento degli idrocarburi nel Mediterraneo” e che a “breve la Commissione europea varerà una nuova direttiva in materia”.
Presenti anche Silvio Mazzarese, direttore del Polo territoriale universitario della provincia di Trapani, il quale ha evidenziato “il ruolo sempre più importante che il polo trapanese sta rivestendo non sono nel campo della didattica, ma soprattutto della ricerca”. Sulla stessa linea anche Antonio Piceno, direttore dell’Ufficio speciale per la Cooperazione decentrata allo sviluppo e alla solidarierà internazionale, il quale si è soffermato sul “valore del progetto indispensabile per la salvaguardia degli aspetti ambientali del Mediterraneo”.
Il progetto, a tal proposito, costituirà anche uno strumento utile di supporto alla navigazione fornendo una migliore previsione sulle correnti e garantendo il monitoraggio di correnti in aree critiche a supporto della sorveglianza, della ricerca, del recupero di natanti oltre che per la migliore gestione dello spazio marino nel canale Sicilia-Malta.
Il sistema rappresenterà uno strumento utile alla costruzione di nuove capacità di controllo sui mari e sulle sue risorse costiere e l’acquisizione in continuo di dati spazialmente distribuiti e di interesse multi-disciplinare che, insieme con quelli a lungo termine sugli oceani e sulle aree costiere, porterà ad un netto miglioramento della conoscenza del canale Sicilia-Malta.