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21/05/2011 05:00:41

Case abusive/2: gli abusivi non ci stanno. Torna "Salviamo le nostre case"

Da quando, negli ultimi anni, sono arrivate le prime sentenze sull’abusivismo edilizio, sono nati un po’ in tutta la provincia i comitati Sanatoria Negata: ossia tutti quei proprietari a cui è stata negata la richiesta di sanatoria dal Comune. Per le elezioni amministrative del 2007 a Marsala gli abusivi sono addirittura “scesi in campo” con la candidatura al consiglio comunale di uno di loro che in piena campagna elettorale fece girare un volantino dal titolo “Salviamo le nostre case”, facendosi da portabandiera senza però essere eletto.
Adesso la sigla “Salviamo le nostre case” torna a circolare e domani alle 9.30 alla sala Armony di Marsala ci sarà un convegno-dibattito indetto dal “Coordinamento provinciale delle Associazioni locali dei proprietari di case non sanate” (cioè abusive) presieduto dal prof. Biagio Sciacchitano.  
Il tema dell’adunata domenicale sarà la “tutela, riqualificazione e recupero sostenibile del territorio della provincia di Trapani”. Parafrasando: come salvare le case abusivamente costruite entro il limite dei 150 metri dal mare e che hanno deturpato per decenni la costa.  Perché di questo si tratta. Non ci sono elezioni imminenti come nel 2007 a Marsala, ma l’iter per le demolizioni sta andando avanti, con l’aggiudicazione dei lavori per l’abbattimento delle 22 case abusive individuate dall’Ufficio abusivismo, e le ruspe della SicilCostruzioni di Alcamo sono quasi in moto.
Quindi porte aperte a personalità del mondo politico, istituzionale, professionale e ovviamente ai cittadini (proprietari di case abusive e non) a cui ‹‹sono note – si legge nel comunicato inviato dal comitato Salviamo le nostre case- le ordinanze di rigetto, demolizione e acquisizione delle case abusive poste in sanatoria le cui istanze sono state rigettate ed è altresì nota l’imminente demolizione di 22 case nella fascia dei 150 metri dalla battigia, a cui faranno seguito un elenco di ben 32 case distribuite nell’entroterra del territorio marsalese ed, ovviamente, altri elenchi saranno resi noti in un futuro prossimo fino a raggiungere 2618 case (e forse molte di più, si pensi alle verifiche catastali) da abbattere solo nel comune di Marsala».
‹‹È anche nota- continua l’invito- l’assenza di piani di recupero e riqualificazione sostenibile del  territorio di Marsala prima di procedere a queste demolizioni». Anche se lo scopo dei lavori di demolizione previsto dal Capitolato speciale d’appalto è quello di ripristinare lo stato preesistente alla realizzazione dei corpi abusivi.
Il Coordinamento provinciale si sta davvero mobilitando parecchio, sembra quasi un partito politico, poco ci manca. Oltre al convegno di domani, qualche giorno fa si è anche tenuto un tavolo tecnico, nell’aula consiliare del Palazzo Senatorio Cavarretta di Trapani, organizzato proprio dal coordinamento Salviamo le nostre case. E qui entra in ballo la politica, mai assente quando ci sono abusivi. Titolo dell’incontro era infatti “Soluzione politica dell’abusivismo edilizio”. Presente, oltre a Biagio Sciacchitano del Coordinamento, il deputato rerionale Paolo Ruggirello e il presidente del Consiglio comunale di Trapani Anna Bucaria che ha commentato: ‹‹il tavolo tecnico sul problema dell’abusivismo edilizio comincia a muovere i primi passi ma deve accelerare per arrivare al traguardo. Finalmente nelle sedi istituzionali si parla di questo annoso problema». Ed è di questi giorni la presentazione all'Ars, da parte dei deputati Paolo Ruggirello e Gaspare Musotto, di un disegno di legge ‹‹che intende affrontare gli storici problemi delle coste siciliane, interessate dai fenomeni di abusivismo edilizio, dalla presenza di grandi poli industriali e petrolchimici, industrie o fenomeni di erosione e di dissesto idrogeologico». Ottimo, se non fosse che dietro ci sarebbe l'ennesima sanatoria.
Però all’incontro di Trapani, ad eccezione dello stesso Ruggirello, hanno dato buca tutti gli altri deputati regionali della provincia di Trapani, e la cosa sembra non essere andata giù a Bucaria. La campagna elettorale è ancora lontana e si vede. Il presidente  del consiglio comunale di Trapani avrebbe gradito da parte della rappresentanza parlamentare trapanese maggiore interesse,  non nei confronti di una costa deturpata dall’abusivismo edilizio e da recuperare ovviamente, ma ‹‹nei confronti di chi, da un momento all’altro, rischia di vedere distruggere anni di sacrifici, di affetti, a causa di una chiara ingiustizia». E allora ‹‹è urgente recuperare il tempo perduto», prima che “ingiustizia” sia fatta cercando di ripristinare chilometri di costa ricoperti di cemento.  
La necessità per Bucaria è che ‹‹tutte le istituzioni, tutta la classe politica - aldilà delle  appartenenze – devono adesso fare sintesi fra il disegno di legge presentato recentemente dall’On. Paolo Ruggirello, quello su cui hanno lavorato gli avvocati Lentini e Pellegrino e quello di iniziativa popolare elaborato dal Coordinamento “Salviamo le nostre case”, perché si giunga ad una norma regionale che finalmente regolamenti la materia nella sua complessità». Nel frattempo il consiglio comunale di Trapani si è dato subito da fare e  ieri ha approvato all'unanimità un ordine del giorno con cui si chiede al Presidente della Regione di prendere provvedimenti affinché i sindaci sospendano immediatamente le pratiche demolizioni delle case abusive costruite all'interno della fascia dei 150 metri dal mare.
Intanto gli abusivi di Marsala sembrano invidiare quelli di Campobello. Là il sindaco Ciro Caravà ha promesso che non saranno demolite 800 abitazioni, il tutto grazie a una legge di 40 anni fa rispolverata “accidentalmente” in campagna elettorale. Caravà nega tutto: non c’è stata speculazione. Forse non gli è piaciuto l’eco che ha avuto sulla stampa nazionale, e precisa: ‹‹mi preme sottolineare con forza che la concessione delle sanatorie risale a circa due anni fa e sono state nel tempo ampiamente dibattute. Pertanto, è vile affermare che si tratti di operazioni speculative laddove, invece, sono il frutto dell’investimento e del risparmio di anni di lavoro spesso svolto nelle fabbriche d’Europa da parte di cittadini che, pur avendo costruito in modo abusivo, hanno ricevuto dalla legge del Parlamento la possibilità di sanare le proprie case».
A Marsala, però, gli abusivi sperano che qualcuno, in comune, trovi qualcosa di simile. Salterà fuori da qualche cassetto la prossima primavera, quando ci saranno le amministrative, forse.

Francesco Appari