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07/06/2011 06:23:30

Chiude Annozero. Ufficiale il divorzo tra Rai e Santoro

E' quanto si legge in una nota di viale Mazzini. "Rai e Michele Santoro - prosegue la nota - hanno inteso definire transattivamente il complesso contenzioso - da troppo tempo pendente - altrimenti demandato alla sede giudiziaria. Si è ritenuto infatti di far cessare gli effetti della sentenza del Tribunale di Roma, confermate in appello, in materia di modalità di impiego di Michele Santoro, recuperando così la piena reciproca autonomia decisionale".

Con ogni probabilità, il giornalista, come si andava da tempo vociferando, dalla prossima stagione sarà impegnato con La7. Anche dal versante della concorrenza Enrico Mentana per il momento frena. "E' una situazione ancora magmatica e fluida. Sentiremo cosa dirà Santoro. Questo è il momento in cui bisogna stare tranquilli e cauti ed aspettare", dice il direttore del Tg de La7 riferendosi alla conferenza stampa di fine stagione annunciata dallo stesso Santoro e dal direttore dei Rai2 Massimo Liofredi, appuntamento poi annullato per scelta dell'azienda, non intenzionata a concedere i suoi locali ad un ormai ex dipendente. L'incontro con i giornalisti si svolgerà quindi probabilmente in "campo neutro", ma non è ancora stato deciso dove.

A quanto s'apprende, la trattativa con La7 sarebbe a un livello tale da essere definita 'seria' e non
un semplice pour-parler o un primo studiarsi a vicenda: molti punti chiave sarebbero già stati fissati circa un eventuale arrivo di Santoro alla rete. Ma, sostengono i ben informati, non è del tutto rimossa l'ipotesi che Santoro resti a gravitare nella galassia Rai seppure con un ruolo completamente diverso da quello attuale.

La scelta del divorzio era comunque sempre più nell'aria   dopo che anche le indiscrezioni sul prossimo palinsesto autunnale di Rai2 avevano confermato la mancanza di Annozero dalle trasmissioni in programma. Proprio questa mattina c'è stato l'incontro tra il vice direttore generale Antonio Marano, responsabile per l'offerta televisiva, e i direttori di Rai1, Rai2 e Rai3. Sempre stando alle indiscrezioni che trapelano da viale Mazzini, sarebbe fallito il tentativo del direttore di Raitre, Paolo Ruffini, di allungare il programma di Fabio Fazio Che tempo che fa al lunedì. Confermato anche l'orario, che secondo alcuni avrebbe potuto subire una piccola riduzione sul finale per favorire la seconda tranche del prime time di Raitre. Nei palinsesti sarebbero confermati poi Ballarò, Report e Parla con me, programmi per i quali manca ora la definizione dei contratti.

Le scelte del consiglio di amministrazione sembrano comunque destinate a portarsi dietro una lunga scia di polemiche. Secondo quanto riferisce l'Adnkronos, i direttori di Rai1, Rai2 e Rai3 sarebbero sul piede di guerra per le modifiche ai palinsesti autunnali da loro illustrati mercoledì scorso al Cda. Mauro Mazza, Massimo Liofredi e Paolo Ruffini avrebbero scritto una dura lettera all'intero consiglio d'amministrazione sottolineando di avere appreso delle modifiche solo in un secondo momento e non al momento delle loro presentazione dei palinsesti.

Forte scetticismo, in particolare sulla fine del rapporto di lavoro tra Rai e Santoro, è espresso anche dall'Usigrai, il sindacato dei giornalisti della tv di Stato. "Abbiamo diritto di sapere il perché di un divorzio, che di sicuro penalizza notevolmente l'offerta Rai", afferma il segretario nazionale Carlo Verna. Il sindacalista ricostruisce poi gli eventi che hanno fatto da prologo alla rottura. "Berlusconi - ricorda - vuole da anni la cacciata di Santoro dal servizio pubblico. Masi non riuscì a realizzare questo vergognoso desiderio del Sovrano degli editti. C'era un giudizio in corso, Santoro era tentato da altre sirene e aveva già trattato con Masi, l'attuale capo dell'azienda non è riuscito o non ha voluto trattenerlo". "Sono stati dati dei soldi per cancellare 'transattivamente' una trasmissione di successo? Che partita ha giocato il nuovo Direttore generale? Che gioco ha fatto Michele Santoro? - si chiede Verna -. Aspettiamo risposte e immaginiamo che anche chi paga il canone voglia sapere".