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28/06/2011 05:00:11

Mare Monstrum 2011: a Triscina record di abusivismo edilizio "diffuso"

Legambiente elenca i principali pericoli per il mare italiano, sono dieci: si va dagli scarichi fognari alle trivellazioni off-shore, il traffico delle petroliere e i rifiuti plastici in mare, e ancora, pesca illegale, navi dei veleni, inquinamento industriale, l’erosione della costa e le centrali termoelettriche costiere, e non ultimo l’abusivismo edilizio.
Ed è proprio sulla cementificazione selvaggia nelle coste che la Sicilia si conferma come negli anni passati maglia nera d’Italia, essendo la regione in cui sono state accertate il maggior numero di infrazioni: 682 reati sul demanio e 1041  persone denunciate o arrestate. "In Sicilia ci sono interi litorali sacrificati allo scempio del mattone selvaggio, scheletri che da decenni fanno orribile mostra di sè su alcune delle spiagge più belle dell'isola", il tutto per l'avidità di coloro che pretendono villini, hotel e catafalchi praticamente in spiaggia.
Mare Montrum evidenzia alcuni casi simbolo di abusivismo edilizio in Sicilia, e uno di questi è lo scempio del lungomare di Triscina, frazione di Castelvetrano.
Triscina detiene “il record di abusivismo “diffuso”” per Legambiente, con più di 5 mila case fuorilegge (di cui circa 1.000 insanabili nonostante i tre condoni edilizi dislocate in tutta l’area, a cui si sommano le 300 per cui è stata avanzata e rigettata la domanda di sanatoria perché costruite entro i 150 metri dalla battigia).
“Quella di Triscina è la storia di anni e anni di abusivismo perpetrato in un’area prossima al sito archeologico di Selinunte, uno dei parchi archeologici più ampi d’Europa. Qui la cementificazione abusiva non conosce soste, tanto che negli ultimi anni i carabinieri della stazione di Marinella di Selinunte hanno messo i sigilli a decine di nuovi immobili abusivi".
Ma nonostante i sequestri effettuati dalle forze dell’ordine, di demolire non se ne parla.
Legambiente a tal proposito da un paio d’anni ha fatto una proposta che il sindaco ha deciso di considerare: rinaturalizzare la duna di Triscina attraverso la delocalizzazione delle case esistenti nella fascia dei 150 metri dalla costa in un’area di nuova edificazione. “In parole povere,- si spiega in Mare Mostrum- vista la situazione, identificare una zona di espansione urbana e spostare qui gli abusivi che in cambio cedono la proprietà sulla costa. L’ufficio tecnico del Comune che sta redigendo il nuovo piano regolatore ha predisposto un piano che è al vaglio della giunta e dovrà poi andare al voto in Consiglio comunale”.
“Le coste italiane  continuano ad essere sfregiate dal cemento selvaggio. Dall’abusivismo di decine di migliaia di villette per le vacanze, ai tanti attracchi privati e grandi alberghi a picco sul mare che tolgono alla fruizione pubblica spiagge, rocce e specchi di mare, mettendo a repentaglio la stessa stabilità della costa”. Perchè le spiagge con l'andare del tempo si accorciano in maniera naturale sempre di più, e col cemento a ridosso la scomparsa delle distese sabbiose sarebbe più vicina.
Secondo l’ISPRA, infatti, circa il 30% dei litorali italiani è soggetto a intenso arretramento, e il 24% dei litorali sabbiosi ha subito negli ultimi 50 anni arretramenti medi superiori ai 25 metri.


Francesco Appari