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08/07/2011 18:27:15

Primo seminario di "Fare Ambiente" a Marsala

Un inno alla natura, quello scelto dal presidente Giancarlo Montesano, per ricordare a tutti i presenti che la sua tutela deve essere un valore e una prassi del vivere quotidiano. Tema della giornata di lavori, organizzata dall’enologo Giacomo Manzo, in qualità di responsabile regionale del dipartimento enologia, è stato “LA VITICOLTURA E L'ENOLOGIA TRAPANESE IN FUTURO A SOSTENIBILITA' AMBIENTALE”. Un argomento scelto per attenzionare i problemi per la gestione dell’ambiente in un solo equilibrio uomo – natura e per tutelare e salvaguardare l’economia della Sicilia, ha detto l’enologo Giacomo Manzo nell’intervento di apertura per salutare i numerosi partecipanti. “Si tratta di uno dei primi appuntamenti che Fare Ambiente Marsala intende portare avanti per diffondere la cultura della sostenibilità ambientale, per creare un filo conduttore nelle azioni quotidiane”.
Nella fase di apertura del seminario è intervenuto il sindaco di Marsala, Renzo Carini, che ha parlato del ritardo con il quale le amministrazioni locali stanno affrontando tematiche che riguardano l’ambiente, la cui analisi è necessaria per individuare strumenti di sviluppo e tutela del territorio. Presente, in rappresentanza dell’Assemblea Regionale, che ha sostenuto l’evento, l’On.le Paolo Ruggirello che è intervenuto con l’auspicio di un maggiore coinvolgimento all’attività amministrativa regionale da parte delle associazioni ambientaliste, il cui parere diventa fondamentale per tutte le questioni di settore, per dare suggerimenti su quali strategie adottare. Per l’occasione l’On.le Ruggirello ha parlato della sua proposta legge, oggi al vaglio della commissione, sul riordino e la valorizzazione delle coste siciliane.
L’attenzione alla formazione e alle nuove professionalità rimane sempre al centro dell’attenzione per Fare Ambiente, a dimostrazione di ciò, la partecipazione di esponenti del mondo accademico come il prof. Giancarlo Moschetti, presidente della Facoltà di enologia di Marsala, che ha svolto il ruolo di moderatore delle relazioni; del vice preside della Facoltà di Agraria di Palermo, Stefano Colazza; il presidente dell’Assoenologi Sicilia, Carlo Ferracane; il prof. Giovanni Curatolo, vice presidente del consorzio universitario di Trapani e prof. Nicola Trapani già docente di Enologia e scrittore.
A tracciare un quadro complessivo della sostenibilità in campo vitivinicolo è toccato ai relatori che, suddivisi in due segmenti, hanno esposto i risultati di alcune sperimentazioni con l’uso di biomasse e hanno tracciato un profilo delle abitudini attuali nella coltivazione della terra e dei nuovi possibili modelli da adottare a basso impatto ambientale.
Il primo ad intervenire è stato l’enologo Mario Ragusa, dell’Istituto Regionale della Vite e del Vino, che ha parlato della green economy nelle produzioni vitivinicole. Con l’attenzione e l’informazione necessaria sarebbe possibile estrarre dal vigneto non solo buon vino ma anche tutta l’energia necessaria per la gestione del vigneto. È chiaro che la produzione di uva rappresenta una delle più importanti forme di tutela ambientale dal momento che la sola provincia di Trapani, con i suoi 60.000 ettari di vigneto favorisce l’assorbimento di circa 450.000 tonnellate di Co2 all’anno. Il territorio trapanese, secondo la relazione presentata da Ragusa, potrebbe rappresentare la punta di diamante nella produzione siciliana di biomasse, realizzando 10 MegaWatt di potenza elettrica e 40 MegaWatt di potenza termica sfruttando solo i sarmenti di vite, potendo così coprire buona parte del fabbisogno energetico della provincia.

Le caratteristiche di una Sicilia naturalmente biologica sono state esaltate dal prof. Giacomo Dugo, direttore del dipartimento scienza degli alimenti e dell’ambiente, che per l’occasione ha presentato il suo ultimo lavoro editoriale, realizzato con Lara La Pera, dal titolo “Caratterizzazione, qualità e sicurezza dei vini”. Nel suo intervento, Dugo ha parlato della possibilità di poter dare il giusto esempio a partire dal nostro territorio nella pratica agricola sostenibile, per preservare i paesaggi dalla cementificazione selvaggia e valorizzare la cultura contadina.
Un forte allarme è stato lanciato dal prof. Marco de Bertoldi, ordinario di Microbiologia industriale dell’università di Udine, affinchè si intervenga per evitare la desertificazione della Sicilia. L’intervento dell’uomo deve essere consistente nell’apporto di sostanza organica nel terreno. De Bertoldi ha presentato una descrizione delle nuove fonti di energia sostenibile come il bioetanolo, il metano, il compost e le alghe, a seguito di una ricerca internazionale durata otto anni.
Per capire come applicare concretamente tecniche di sostenibilità in agricoltura, il prof. Onofrio Corona, della Facoltà di Agraria di Palermo, ha parlato delle tecnologie che non danneggiano le uve e i vini, preservando la qualità dei prodotti.
La seconda parte dei lavori ha visto l’intervento di Francesco Saverio Governale, della Green Energy Agricola srl, esempio di imprenditoria nel settore delle energie rinnovabili a servizio delle aziende agricole dando loro opportunità di reddito con il risparmio energetico.
Grande interesse ha riscosso l’intervento della prof. Rita Di Biasi, del dipartimento di scienze e tecnologie per l’agricoltura dell’università della Tuscia di Viterbo, che ha parlato della salvaguardia delle biodiversità, della tutela del paesaggio e dei terreni per evitare i processi di erosione attraverso la loro coltivazione.
La conclusione degli interventi è stata affidata al direttore dell’ufficio periferico della repressione frodi di Palermo, Antonio Raimondo che ha approfondito la tematica della sostenibilità sotto il punto di vista legislativo con la presentazione delle disposizioni in materia di utilizzo dei sottoprodotti della vinificazione, vinaccia e feccia, come ammendante dei terreni, per uso nella cosmesi, oltre che per fonti energetiche.
Durante il seminario sono state visionate delle foto di cantine sostenibili integrati inun solo unicum ambiente/natura. Cantine firmate dai più grandi architetti tra cui Renzo Piano.
È seguito un partecipato dibattito e confronto sui temi affrontati. Il seminario ha sollevato le urgenze ambientali, come i processi di erosione dei terreni che vedono la Sicilia in prima linea, per le quali necessitano studi ed interventi mirati. Questioni da non sottovalutare, che il movimento Fare Ambiente, attraverso la sua attività, vuole rendere alla conoscenza di tutti.