I fatti. A febbraio il settore Territorio e Ambiente approva il progetto esecutivo e il relativo bando di gara per la demolizione di 22 case abusive già acquisite al patrimonio comunale. Sono in sostanza quelle case, costruite entro il limite dei 150 metri dalla battigia violando la legge del ‘76, che hanno deturpato un’intera costa nel corso degli anni. La gara sembra svolgersi regolarmente e un paio di mesi dopo vengono aperte le buste. Ad aggiudicarsi i lavori di demolizione è la SicilCostruzioni di Alcamo per un importo identico a quello a base d’asta: circa 108 mila euro. Il contratto però non è stato ancora firmato. Motivo? Si scopre che manca un fondamentale documento propedeutico al bando di gara.
Si tratta di un’attestazione di competenza del direttore dei lavori riguardante “l'accessibilità delle aree e degli immobili interessati dai lavori secondo le indicazioni risultanti dagli elaborati progettuali, all'assenza di impedimenti sopravvenuti rispetto agli accertamenti effettuati prima dell'approvazione del progetto e alla conseguente realizzabilità del progetto anche in relazione al terreno, al tracciamento, al sottosuolo ed a quanto altro occorre per l'esecuzione dei lavori”. Ora ovviamente ci si chiede come mai i tecnici del Comune non si siano accorti della mancanza di questo documento del direttore dei lavori. Anche perché la direzione è stata assegnata solo un paio di settimane fa all’architetto Maria Cristina Cusenza di Trapani, dopo che l’architetto Daria Saporito di Castelvetrano ha rifiutato l’incarico inizialmente affidatogli dal Comune.
Una bella falla, insomma, in un iter lunghissimo, farraginoso e per cui la Procura ha avviato per due volte le indagini per verificare se qualcuno avesse ostacolato le procedure stagnanti in Comune da anni. Senza contare tutte le volte che l’argomento è stato trattato in Consiglio comunale senza che si prendesse una decisione sulla demolizione o il riutilizzo a scopi collettivi degli immobili abusivi già di proprietà comunale. Adesso si corre il rischio che il tutto debba ripartire da capo, ossia che si debba rifare la gara. Intanto il sindaco Renzo Carini dice che non c’è nessun intoppo: “non si dovrà rifare la gara, la prossima settimana verrà firmato il contratto con l’impresa che si è aggiudicata l’appalto e tra quindici giorni iniziamo le demolizioni”. Nel frattempo i proprietari delle case abusive sperano che anche questa volta Carini non azzecchi le previsioni. In questi mesi il comitato “Salviamo le nostre case” si è dato un gran da fare per, appunto, tenere il più lontano possibile le ruspe dagli immobili. Conferenze pubbliche e riunioni in ambienti istituzionali, il tutto alla presenza di parecchi politici della provincia che hanno sposato la causa degli abusivi proponendo uno stop alle pratiche di demolizione in attesa di redigere una normativa ad hoc.
Rischiano di andare in fumo anche le decisioni prese a fine giugno durante una riunione in Prefettura. Erano presenti tutti i Sindaci della Provincia di Trapani o i loro delegati e, nonostante tutto, la parola d’ordine del Prefetto Magno è stata: “Andare avanti”. Lo prevede la legge, d'altronde. Lo stesso Renzo Carini in quell’occasione ha sottolineano che “non si può sospendere nulla”. La riunione pertanto era servita per organizzare le fasi esecutive delle prime demolizioni. E soprattutto per affrontare il problema sicurezza per cui era stato preventivato anche l’intervento dell’esercito per dare man forte alla polizia municipale ed evitare tafferugli, contestazioni e disordini.
Francesco Appari