Ma se i funzionari pubblici possono tirare un sospiro di sollievo, le cose non finiscono più per la famiglia D'Alì. Infatti, mentre il Pm Sabrina Carmazzi aveva chiesto la prescrizione del reato di abusivismo edilizio, il giudice ha invece rinviato gli atti al Pm, stralciando dunque la posizione di Giacomo D'Alì Staiti, della moglie Adele Occhipinti, dell'architetto Roberto Manuguerra e dell'imprenditore edile Gaspare Buscaino. Per loro infatti il giudice ha configurato una sorta di aggravante, che merita un nuovo processo: l'abuso edilizio per opere realizzate in zona sottoposta a vincolo paesaggistico, e quindi di notevole interesse pubblico. Sarà ora la Procura a deciere se avviare o no un nuovo procedimento penale.
«Con questa ordinanza - ha commentato l'avvocato Giovanni Gaudino, legale di parte civile per Ekoclub - i giudici hanno ritenuto che degli abusi ci sono stati». Tra le parti civili, anche Wwf e Legambiente. Non si sno mai costituiti parte civile il Comune di Marsala e la Provincia Regionale di Trapani.
Assolti, oltre a Mistretta, l'architetto Enza Canale, ex dirigente del Suap, l'ingegnere Mario Stassi, altro funzionario del Comune, nonché Domenico Ottonello, Giovanni Curatolo, Maria Guccione, Antonino Provenza, Francesco Torre, Antonino Castelli, Maria Rosa Sciannaca, tutti componenti del Consiglio provinciale scientifico, l'ex soprintendente Carmela Di Stefano e i tecnici della Soprintendenza Sergio Alessandro e Silvio Manzo.
Il giudice si è dunque uniformato alle richieste avanzate dal Pm:" Abuso edilizio prescritto, mentre per l'abuso d'ufficio (contestato ai tecnici) seppur sussistente l'irregolarità, non è stato dimostrato il dolo».
La vicenda è relativa al recupero di un fabbricato, un tempo alloggio dei salinari, che si voleva destinare ad uso ricettivo. Nel corso del processo, era stato il consulente della Procura, l'architetto Giovanni Crosta, a dichiarare: «Il progetto è privo dell'obbligatoria valutazione di incidenza. Inoltre, all'interno della riserva è vietato realizzare un'attività alberghiera». E anche il pm ha affermato l'esistenza dell'irregolarità.
Secondo Enzo Sciabica, Presidente dell'Associazione Ekoclub, "Aldilà di ogni ragionevole deduzione da parte dei giudici - dice Sciabica - lo spaccato che è emerso nella fase dibattimentale del processo è che in provincia di Trapani la tutela del nostro patrimonio naturale (regolata ormai da tante direttive, leggi nazionali e regionali) è tutta da venire, se è vero, come è vero, che per giustificare ogni forma di abuso accertato si è arrivati a dire che ''grazie all'albergo o foresteria che sia potrà essere debellato il bracconaggio che imperversa nella riserva naturale dell'Isola Lunga dello Stagnone'.