Lo denuncia Legambiente, che al di là delle reazioni emotive agli annunci di trivellazioni e ricerche di petrolio, ha continuato in silenzio a monitorare la situazione burocratica relativa ai permessi di ricerca delle grandi compagnie petrolifere nel Mediterraneo.
Ebbene, secondo Legambiente le isole Egadi e Pantelleria sono ancora a rischio. Seppure l'area di mare prossima alle isole sia vietata alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione, fatti salvi i permessi, le concessioni e le attività in atto, a poca distanza dalla zona interdetta incombono 5 istanze (richieste) per avere un permesso di ricerca e 6 permessi di ricerca già accordati.
Goletta Verde, la campagna di Legambiente per la tutela del mare, ha consegnato la "Bandiera Nera", per la cattiva gestione a danno di mare e coste, alla Shell italia E&P, nominata da marzo scorso referente unico per il ministero su queste concessioni.
In totale, nella zona marina delle Egadi, i permessi di ricerca accordati coprono un'area di 2.734 chilometri quadrati.
Attualmente, in Sicilia, il petrolio è estratto da 4 piattaforme attive (Gela, Perla, Prezioso e Vega) per un totale di 43 pozzi. L'area di mare data in concessione per l'estrazione di petrolio è di 659,51 kmq. Dichiarano i responsabili di Legambiente: "Crediamo che la Sicilia stia già sacrificando abbastanza del proprio territorio marino ai fini di una risorsa energetica destinata ad esaurirsi, dal momento che la ricerca forsennata per individuare ed estrarre petrolio in tutta Italia potrebbe portare al massimo ad estrarre circa 187 milioni di tonnellate (totale delle riserve ancora recuperabili secondo le stime del Ministero dello sviluppo economico). Quindi, anche estraendo tutto il petrolio recuperabile nel sottosuolo e sotto il mare italiano, la quantità ottenuta sarebbe sufficiente, ai consumi attuali, a garantire l'autonomia per soli 30 mesi in più. Ma nel frattempo avremmo messo una grave ipoteca sullo sviluppo e la tutela di ampie aree del mare e del territorio italiano".
"Il rilancio del settore energetico nel nostro paese è senza dubbio fondamentale e deve essere basato su rinnovabili ed efficienza energetica- afferma Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente. Decidere di puntare ancora sul petrolio però è senza dubbio la strada sbagliata. La produzione di energia basata sugli idrocarburi, oltre ad essere una seria minaccia per l'ambiente, appartiene oramai al passato. L'urgenza oggi di liberarci dalle fonti fossili è inoltre prioritaria per la battaglia contro i cambiamenti climatici, insistere sul petrolio non fa che impedire l'innovazione tecnologica nel mondo dei trasporti e delle plastiche. Tuttavia, oggi il Governo in nome di una presunta indipendenza energetica tenta ancora di rilanciare l'utilizzo del petrolio. Non possiamo non esprimere il nostro dissenso verso queste scelte che non risolvono la questione energetica del nostro Paese, ma che al contempo minacciano oggi e in futuro i territori in cui vengono attuate. A nulla è servito il disastro del golfo del Messico di un anno fa e i provvedimenti e le dichiarazioni messe in campo dal Ministro dell'ambiente per tutelare il mare italiano. A difesa dell'integrità dell'ecosistema marino e di un tipo di sviluppo economico che, promuovendo pratiche sostenibili, favorisca le popolazioni locali, diciamo un no deciso all'ipotesi di nuove trivellazioni nel mare italiano, che garantirebbero solo ricchi affari per le aziende petrolifere senza ricadute positive sullò'abbassamento della bolletta energetica nazionale."
SCILLA. «Si perpetua un attacco al Sud del Paese, colpendo il mare, va abbandonata qualsiasi scellerata idea di trivellazioni petrolifere al largo dell'arcipelago delle Egadi e corre l'obbligo di attivare con la massima urgenza la sospensione e la revoca delle autorizzazioni in itinere di tutte le operazioni di prospezione e di ricerca già attivate lungo le nostre coste». Lo ha dichiarato l'On. Toni Scilla, deputato regionale di Forza del Sud, alla notizia del rischio di possibili trivellazioni petrolifere al largo dell'arcipelago delle Egadi.