Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
13/09/2011 04:53:00

Giovedì niente Consiglio provinciale. Tutti a Roma contro la soppressione delle Province

Tale rinvio, deciso ieri dalla Conferenza dei Capigruppo, si è reso necessario per consentire al Presidente del Consiglio, Peppe Poma, unitamente al Presidente della Provincia, Mimmo Turano, ed ai Consiglieri che fanno parte dei vari Dipartimenti dell’U.P.I. (Santo Sacco, Giuseppe Ortisi, Piero Russo, Antonella Pollina, Giuseppe Carpinteri) di prendere parte alla mobilitazione, indetta a Roma dal Presidente dell’Unione delle Province Italiane, Giuseppe Castiglione, proprio per il 15 settembre, contro il disegno di legge costituzionale del Governo (approvato l’8 settembre scorso) sulla soppressione delle Province.

Precisa e determinata la presa di posizione del Presidente Poma: "Non voglio ripetere tutto quello che, a nome dell’intero Consiglio Provinciale di Trapani, ho già detto più volte e in tutte le sedi istituzionali, sollecitando anche i nostri Parlamentari ad intervenire, ma non posso fare a meno di affermare la fondata convinzione che il tanto decantato provvedimento di soppressione  delle Province è un atto completamente inutile. Ci troviamo di fronte ad una presa di posizione puramente demagogica che fa comodo a tanti, fumo gettato sugli occhi della pubblica opinione per  non parlare dei reali sperperi che aggravano esponenzialmente la spesa pubblica complessiva sostenuta annualmente dal nostro Paese (807 miliardi di euro) di cui appena l’1,5% (12 miliardi) è il costo delle Province, mentre, per esempio, 73 miliardi di euro vengono spesi per la miriade di Comuni italiani, 8101, di cui 5740 sono Comuni che non arrivano nemmeno a 5000 abitanti. Per non parlare poi dei 182 miliardi spesi per mantenere l’Amministrazione Centrale e dei 170 miliardi occorrenti per le Regioni".
"Una proposta irrazionale dunque  - aggiunge Peppe Poma - non supportata da alcuna valida motivazione, nemmeno, come abbiamo visto, il tanto decantato impegno a ridurre le spese della politica, mentre il ruolo e le insostituibili funzioni delle Province fino ad oggi sono solennemente sanciti nell’ordinamento costituzionale della Repubblica italiana e rispondono alle esigenze del decentramento democratico. Non è possibile, pertanto, nonostante il Consiglio dei Ministri abbia già approvato il relativo disegno di legge costituzionale, parlare di una loro abolizione ma, al contrario, come ho sempre sostenuto, occorre garantirne e rafforzarne competenze ed ambiti di intervento".

Intanto, giovedì prossimo a Roma, presso la Sala del Garante, in Piazza Montecitorio, avrà luogo l’Assemblea di tutti i Presidenti di Provincia, insieme a tutti i Presidenti di Consiglio e al Consiglio Direttivo dell’UPI, per rappresentare ai partiti politici, ai gruppi parlamentari e alle forze economiche e sociali gli effetti negativi che la proposta soppressione determinerà sulla spesa pubblica e sull’assetto istituzionale dei territori. Inoltre, saranno valutate ulteriori iniziative da mettere in campo per dare maggiore forza alla protesta, invero in atto già da qualche tempo, per combattere un provvedimento che appare del tutto inutile e che, anzi, serve a ingenerare ulteriore confusione, nuovi conflitti istituzionali e non certo – come evidenziato da approfonditi studi dell’UPI in proposito – una importante riduzione della spesa pubblica.


"Infatti – sottolinea a questo proposito il Presidente Poma – come sostenuto da numerosi eminenti studiosi di economia politica - un’operazione di tal fatta, considerato fra l’altro che il personale dipendente dovrebbe semplicemente transitare dalle Province Regionali ad altri Enti non meglio identificati, non produrrebbe che irrilevanti risparmi economici se non addirittura, in prospettiva, un aumento delle spese e dei disservizi a carico dei cittadini-utenti a seguito della paralizzante confusione che inevitabilmente, almeno per qualche anno, graverebbe sull’avvio della nuova fase amministrativa, accrescendo il disordine, il disagio degli abitanti e la devastazione delle risorse essenziali che già caratterizzano pesantemente ampie zone dell’intero Paese, allontanandoci dal resto dell’Europa dove le Province sono enti intermedi che esistono  in tutte le sue varie Regioni e dove, anzi, alla pianificazione d’area vasta si sta cercando di attribuire un’efficacia ancora maggiore".