Protesta suprema
ad un mondo
che sa solamente guardare,
spettatore impotente,
l’orrore che in esso s’annida
e cova, nel petto ansimante,
d’un rettile pronto a colpire
l’insidia ogni giorno presente.
Una vita si spegne
una fiamma s’accende.
Né l’odio, n’è il duro potere
d’ottusi padroni
potranno pagare l’amore
di libere generazioni,
né utopiche, cieche illusioni
né rigidi schemi
potranno arrestare gli impulsi dell’anima
e fare di ogni uomo un’arida macchina,
strumento passivo
di un grande ingranaggio che gira
premendo un bottone.
Ma uomini liberi
sospinti da istinti malsani,
guidati a cavezza,
sfruttati, ma solo nell’anima,
non sempre comprendono il dono,
grande, d’una povertà libera,
ch’è il male minore, un bene
che certo dovranno rimpiangere.
E i figli innocenti dovranno pagare
gli errori di padri insensati.
Una vita si spegne
ma sempre più grande s’accende,
in un popolo desto oramai,
una fiamma d’amore
che vuol riscattare, bruciando nel sangue,
la sua dignità.
Domenico Paganelli