La notizia arriva dalle autorità libiche, che hanno contattato le autorità italiane. ''Il rilascio del peschereccio mazarese Twenty Two da parte delle autorita' libiche e' una buona notizia. Adesso attendiamo che i marittimi facciano ritorno in Sicilia per essere riabbracciati dai loro familiari''. Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo. ''Al Governo nazionale e al neo ministro degli Esteri, Giulio Terzi Di Sant'Agata - aggiunge - va il nostro ringraziamento per l'immediato e costante impegno diplomatico nella vicenda''.
9,00 - «Stanno bene, mangiano e sono tranquilli. Credo che una decisione potrebbe arrivare solo a partire da lunedì», sono le rassicurazioni di Vincenzo Asaro, socio insieme con i suoi due fratelli Matteo e Cosimo della M.C.V. Pesca srl proprietaria del peschereccio mazarese «Twenty-two», fermato nel pomeriggio del 16 novembre da una motovedetta libica e condotta a Tripoli. Il peschereccio, il cui equipaggio e composto da quattro mazaresi e sei tunisini, si trova ormeggiato nel porto militare della capitale libica in attesa di una decisione delle autorità.
Il peschereccio «Twenty one» al momento del fermo era impegnato da alcune ore in una battuta di pesca di gambero bianco in un fondale di circa 100 metri all'interno della zona protetta alla Pesca istituita dal Governo Libico nel 2005 e che si estende 62 miglia oltre le 12 miglia territoriali. «La posizione - ha sottolineato Asaro - del peschereccio quando è stato affiancato, pacificamente, dalla motovedetta libica, era di 37 miglia dal punto più vicino della costa libica». Il capitano del «Twenty one», Salvatore Cancemi, conosce molto bene quel tratto di mare compreso fra Lampedusa e le coste libiche. In quel tratto, nella notte fra il 27 e il 28 novembre 2008 il capitano Salvatore Cancemi e l'equipaggio del «Twenty-two», dimostrando coraggio e alto senso di solidarietà, salvarono 303 migranti che, a bordo di un barcone fatiscente, stavano affondando a causa delle condizioni meteo marine particolarmente avverse. Aalle operazioni di soccorso sia aggregarono anche gli altro motopesca mazaresi «Ariete», «Monastir», «Ghibli1» e «Giulia P.G». Per quel nobile gesto, Cancemi ed i suoi compagni, ricevettero il premio «Per Mare» promosso dall'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr) assegnato ogni anno a chi, spesso a rischio della propria vita, aiuta migranti in difficoltà in mare, nel rispetto di un principio sancito dalle convenzioni internazionali.