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15/12/2011 09:31:36

Carburanti: record storico delle accise. Dall'Abissinia alla "Libia Tax"

Ha cominciato Berlusconi, che aveva prima introdotto una nuova accisa per aiutare il cinema (+0,7 centesimi), poi una per l'emergenza immigrazione dalla Libia (si diceva "temporanea", ma non è stata ancora revocata, +4 centesimi) e infine si è pagato di più la benzina per finanziare i danni delle alluvioni in Liguria e Toscana (+1 centesimo) e ci si aspetta per la “par condicio”, quella per l’ultima alluvione nel messinese. Senza considerare gli interventi regionali sul prezzo dei carburanti siamo a quattro in un anno.  Non era mai successo, perchè dal 1935, anno della famosa accisa sui carburanti per la guerra di Abissinia (l'odierna Etiopia), al massimo era stata introdotta una nuova accisa ogni 365 giorni.

Da quell’anno dovettero passarne altri venti prima che nel 1956 venisse introdotta l'accisa sui carburanti per finanziare la crisi di Suez e poi nel 1963 quella per il disastro del Vajont. Altra catastrofe ambientale che pesò sul prezzo della benzina fu l'alluvione di Firenze del 1966, che venne tristemente seguita in ordine cronologico dal sisma del Belice (1968), quello del Friuli (1976) e in Irpinia (1980). Solo verso la fine degli anni '80, inizio '90, si tornò ad introdurre accise sui carburanti per motivi legati a interventi umanitari: nel 1983 per la missione in Libano e nel 1996 per quella in Bosnia. Ed eccoci al 21esimo secolo, quello in cui le accise sulla benzina si utilizzano per finanziare altri problemi italiani. E ancora nel 2004 uno 0,2 euro in più servì per coprire gli aumenti al rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri e l'anno dopo una nuova accisa per l'acquisto di autobus ecologici.

Dopo sei anni quattro manovre, una dopo l'altra, hanno spinto il prezzo dei carburanti (con l'IVA al 23%) verso i 2 euro al litro. Ieri, a Birgi il Ministro della Difesa Giampaolo Di Paola ha chiuso definitivamente l’intervento italiano in Libia. E così è certo che arriverà questa nuova tegola sugli italiani. Le operazioni militari in nord Africa avevano già prodotto la “tassa di Guerra” con il decreto Legge 107 del 12 luglio che rifinanziava le missioni all’estero per il secondo semestre del 2011. A gennaio sono già annunciati nuovi rincari di carburante e ancora una volta toccherà agli italiani mettere mani al portafogli e pagare le spese extra delle otto basi italiani impiegate, le navi, i Tornado, gli F-16, i servizi sul campo, i missili impiegati (e le vittime causate…). Forse è normale che i costi della politica estera ricadano sui contribuenti, è ridicolo invece se consideriamo che gli aumenti della benzina sono serviti per fare la guerra al nostro primo fornitore di petrolio.

Carlo Rallo