Ed allora
ho sognato,
anche,
una diversa Chiesa.
Sogno una Chiesa che cammina.
Da Gerusalemme verso la periferia.
Sogno una Chiesa meno prudente.
Come lo fu il suo Maestro.
Sogno una Chiesa che si ferma,
davanti all'uomo ferito.
Non chiede da dove vieni,
a che religione appartieni, cosa pensi.
Si ferma semplicemente.
Sogno una Chiesa
che non si lascia sedurre dalla paura.
Sta con i piccoli senza pretendere che siano perfetti.
Sogno una Chiesa
che non si vergogna dell'uomo.
Lo abbraccia anche se è contaminato.
Sogno una Chiesa che non usa violenza.
Nelle parole, dure come le pietre.
Negli sguardi che sfuggono i volti.
Nei piedi che marciano con i più forti.
Sogno una Chiesa che non giudica.
Non condanna.
Non opprime.
Sogno una Chiesa che impari dai piccoli.
Senza paura di piangere.
E di ridere,di morire e di risorgere.
Sogno una Chiesa meno sicura.
Più fragile.
Come lo fu il suo Maestro. Più umana come lui.
Sogno una Chiesa che grida,
quando l'uomo grida.
Che danza quando l'uomo danza.
Che partorisce quando la donna partorisce.
Che muore quando la donna muore.
Sogno una Chiesa che non si difende.
Ma che difende i piccoli.
Sogno una Chiesa di Chiese.
Dove nessuno sia primo.
Dove nessuno sia ultimo.
Semplicemente discepola del suo Maestro.
Sogno una Chiesa che perdona.
Che canti i salmi nella notte.
Che tenga le porte aperte delle proprie cattedrali.
Sogno una Chiesa che sogna
il sogno del suo Maestro.
Che chiama nella notte come un bambino.
Perché vuole che quel sogno continui. (don Antonelli)
dal Blog di Franco Barbero