“Il problema maggiore – afferma Giovanni Tumbiolo, presidente del distretto – sta nel fatto che le peculiarità della pesca siciliana e mediterranea non sono mai state tenute nella giusta considerazione nelle politiche europee”.
“Il settore della pesca in Sicilia è stato messo alle corde da una serie di divieti – afferma Tumbiolo – che limitano tutto: dalla pesca del tonno a quella del pesce spada, dallo strascico al prelievo di alcune specie su cui si fonda il nostro mercato”.
“E’ senza dubbio necessario ed opportuno salvaguardare l’ambiente e favorire la riproduzione della fauna marina- conclude – ma non è possibile imporre solo divieti senza avere la reale percezione delle ripercussioni economiche e sociali dei cambiamenti che si vogliono imporre”.
Il documento e le osservazioni della Regione, fanno già parte delle modifiche che la Conferenza delle regioni periferiche e il Comitato delle Regioni stanno tentando di inserire a correzione della nuova programmazione comunitaria della pesca.
“Solo facendosi carico delle criticità del sistema – ribadisce Tumbiolo -, le istituzioni europee dimostreranno di voler sostenere il settore in maniera concreta. Fino ad oggi il regolamento e i fondi, hanno regolato e finanziato un settore che risponde appieno alle esigenze e al mercato della struttura industriale nord europea, ma ignorando le necessità, i bisogni e perfino la realtà della pesca del Mediterraneo”.