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14/02/2012 12:10:23

Cantieri Navali di Trapani, la solidarietà del Partito Comunista dei Lavoratori

 Si tratta di 56 lavoratori su 59 dato che tre sono stati reintegrati. Vistosi abbandonati e non tutelati dai sindacati confederali, i quali, rompendo il fronte di lotta dei lavoratori ed allineandosi di fatto alle posizioni dell’azienda, hanno avanzato la proposta di reintegro di soli 17 dipendenti su 56, trentadue lavoratori hanno formato un collettivo autonomo coadiuvato dalla sigla sindacale di base FLM-CUB Sicilia. Essi dal 28/09/2011 presidiano permanentemente l’ingresso del cantiere e dal 09/11/2011 occupano in 22 la nave petroliera Marettimo M.. Dopo aver partecipato a diversi tavoli tecnici in Prefettura senza un risultato positivo, a fine gennaio i lavoratori hanno ricevuto una lettera di diffida che intima loro di sgomberare l’area del cantiere e minaccia il ricorso alle vie legali nei confronti del collettivo e quindi degli occupanti della nave.

Questo è il vero volto delle istituzioni cosiddette “democratiche”, un disperato atto di autodifesa come l’occupazione del posto di lavoro, diventa in base alla legge un atto da perseguire, mentre buttare in mezzo alla strada i lavoratori è normale e legale: perciò chi lotta per mantenere il lavoro diventa un delinquente da perseguire per legge.

Il livello dello scontro in atto oggi fra le classi sociali rende sempre più necessaria la costituzione di un fronte unitario e organizzato d’azione che permetta ai lavoratori non soltanto di resistere, ma di contrattare con una forza uguale e contraria a quella degli aggressori. Peraltro la reazione dei lavoratori è stata sinora inadeguata anche grazie al ruolo giocato dai sindacati confederali che risultano essere argini del conflitto sociale e dunque strumenti di conservazione del sistema. Bisogna unirsi nelle lotte rompendo l’isolamento che rende i lavoratori deboli e vulnerabili avanzando una critica complessiva al sistema capitalistico perché fondato non sugli interessi collettivi ma sui profitti dei pochi.

Promuovere la nascita di assemblee e di comitati di lotta di tutti i lavoratori sul terreno concreto del conflitto: lotta contro i licenziamenti, tagli al salario, leggi antisciopero. Diffondere sui luoghi di lavoro e nelle piazze l’anticapitalismo, ossia la consapevolezza che le cosiddette “istituzioni democratiche” sono in realtà lo strumento di dominio della classe dominante e che dunque i lavoratori, per difendere realmente i propri interessi, devono cominciare ad autorganizzarsi.

Il Partito Comunista dei Lavoratori rivendica la nazionalizzazione sotto il controllo dei lavoratori delle imprese che licenziano. Vogliamo costruire una rete che unisca, sul terreno pratico, il mondo del lavoro passando per le lotte di movimento, sindacali, dei diritti.

Solo l’unità d’azione, tramite la spinta del movimento di massa, è la tattica giusta e vincente.

 

Partito Comunista dei Lavoratori del coordinamento di Trapani