Ho invece potuto osservare e leggere, in queste prime battute, il tentativo d’inquinare il dibattito portandolo fuori dalle questioni amministrative e politiche. La delegittimazione dell’avversario è cosa vecchia. E’ stata ripudiata dagli stessi comunisti che l’hanno adottata in tempi e frangenti della storia che sono ormai archiviati. Riproporla ai nostri giorni non può che fare degenerare la campagna elettorale facendola scadere ad un lancio di accuse che non portano a nulla. Da parte mia non ci sarà mai il tentativo di delegittimare i miei avversari. Intendo rispettarli e così come chiedo rispetto. Ecco perché non posso accettare che la mia proposta di Grande Città venga indicata come un imbroglio. Ai cittadini bisogna dire la verità. Mettere a confronto due Comuni con popolazione diversa, Trapani circa il doppio di Erice, con servizi diversi ed ancora Trapani con più servizi di Erice e dire che gli ericini pagherebbero la fusione è fuorviante. Gli stessi propugnatori di questa tesi sanno che stanno forzando, che si tratta soltanto di propaganda elettorale. La nuova città Trapani Erice avrebbe parametri da definire, su un progetto di territorio con numeri ed opportunità che devono essere definiti su un’economia di scala. Nascerà, con la fusione, una nuova realtà amministrativa che dovrà sintetizzare le procedure, costruire strutture ed infrastrutture per una città che finirebbe per raggiungere o sfiorare i 100 mila abitanti. Il gioco delle tasse non vale perché deve essere legato ai servizi, alla loro qualità, al numero in se stesso. E’ dunque azzardato, non dico falso come direbbe qualcun altro, equiparare le tasse comunali”.