"Scopo del governo - si legge nella nota diffusa dai ministeri competenti - è programmare una crescita dell'energia rinnovabile più equilibrata che, oltre a garantire il superamento degli obiettivi comunitari al 2020 (dal 26% a circa il 35% nel settore elettrico), consenta di stabilizzare l'incidenza degli incentivi sulla bolletta elettrica".
Secondo quanto spiegato dai ministri dello Sviluppo economico Corrado Passera, dell'Ambiente Corrado Clini e dell'Agricoltura Mario Catania, l'ambizione è quella di raggiungere e superare gli obiettivi europei delle energie rinnovabili fissati per il 2020 grazie a nuovi incentivi per l'energia fotovoltaica (il cosiddetto quinto conto energia) e per le rinnovabili elettriche non fotovoltaiche (idroelettrico, geotermico, eolico, biomasse, biogas).
"Il nuovo regime - sostiene ancora il governo - pone le basi per uno sviluppo ordinato e sostenibile delle energie rinnovabili, allineando gli incentivi ai livelli europei e adeguandoli agli andamenti dei costi di mercato, calati radicalmente nel corso degli ultimi anni. Vengono favorite le tecnologie con maggior ricaduta sulla filiera economico-produttiva nazionale e ad alto contenuto innovativo, introducendo inoltre meccanismi per evitare distorsioni a livello territoriale e conflitti con altre filiere produttive nazionali, in particolare con quella alimentare".
Secondo i tre ministri "l'energia rinnovabile continua a essere un pilastro fondamentale della nostra strategia, ed è per questo essenziale supportarla in modo efficace, favorendo le fonti verdi, che possono sviluppare una filiera industriale e produttiva nazionale", ma allo stesso tempo è stato "posto un freno importante alla crescita dei costi energetici per cittadini e imprese". "La sostenibilità economica e quella ambientale - hanno concluso Passera, Clini e Catania - sono i due cardini su cui il governo intende basare la nuova strategia energetica nazionale in corso di elaborazione".
Il quinto conto energia. Per quanto riguarda il quinto conto energia, questo entrerà in vigore dal primo luglio 2012 salvo il raggiungimento in data successiva del tetto di 6 miliardi di spesa. La spesa annuale per il fotovoltaico salirà di 500 milioni, arrivando a 6,5 miliardi. Gli impianti fotovoltaici di potenza superiore ai 12 Kw potranno accedere agli incentivi previa iscrizione agli appositi registri del Gse nei limiti di quantitativi predeterminati di potenza annua, con un criterio di priorità a favore delle installazioni sugli edifici. Gli impianti di potenza inferiore ai 12 Kw saranno liberi di accedere agli incentivi dopo l'entrata in esercizio.
Taglio agli incentivi. Gli incentivi al fotovoltaico dall'anno prossimo aumenteranno di soli tre miliardi di euro rispetto ai sei previsti dalla normativa attuale. Quindi ci sarà un contenimento di spesa pari a circa tre miliardi. Gli incentivi continueranno dunque ad aumentare nei prossimi anni, ma in misura inferiore rispetto a quanto stabilito dal precedente regime. Saranno garantiti tutti quelli finora promessi e pari a nove miliardi l'anno al 2020, incrementando con ulteriori tre miliardi l'anno gli aiuti pubblici. Si passerà quindi da nove a 12 miliardi rispetto ai 15 miliardi previsti dalla precedente normativa. In questo modo l'incremento al 2020 non sarà quindi di sei miliardi ma di tre, con un risparmio annuale di altrettanti miliardi.
Le altre rinnovabili. Entrando nei dettagli del provvedimento sulle rinnovabili extra-fotovoltaico, che entrerà in vigore dal primo gennaio 2013, la spesa per gli incentivi crescerà dai 3,5 miliardi attuali fino a 5,5 miliardi l'anno per poi essere stabilizzata entro il 2020. Per controllare la potenza annua installata, gli impianti oltre i 5 Mw (soglia che sale a 20 per l'idroelettrico e il geotermico) accederanno agli incentivi tramite aste al ribasso nei limiti di quantitativi predeterminati di potenza annua. Le strutture di potenza compresa tra i 50 Kw e i 5 Mw avranno accesso alle tariffe previa iscrizione ad appositi registri del Gse. Gli impianti sotto i 50 Kw saranno liberi di accedere agli incentivi dopo l'entrata in esercizio. Il quantitativo di questa categoria viene detratto dal contingente a registro nell'anno successivo.
Le reazioni. Prima ancora di commentare i contenuti dei decreti, che andranno studiati in profondità, le associazioni di categoria hanno contestato il percorso seguito dal governo nella stesura delle nuove norme. "Il metodo è evidentemente sbagliato: si tratta di un decreto fatto 'in solitaria' - sottolinea Massimo Sapienza, presidente di Asso Energie Future - senza mai condividere il testo con le associazioni delle rinnovabili che l'hanno ripetutamente richiesto. Un sistema che non può funzionare. L'unico operatore che sembra essere coinvolto nel processo decisionale, secondo notizie stampa non smentite, sarebbe Enel, dai cui computer risulterebbero essere transitate alcune delle bozze in circolazione finora".
"Per il 18 aprile - ricorda ancora Sapienza - il settore ha convocato già una settimana fa una manifestazione di fronte a Montecitorio per chiedere trasparenza, rispetto delle norme europee per le rinnovabili e per il clima: continua a essere importante sostenere questa prima risposta degli operatori, dei lavoratori, dei cittadini. Si tratta solo dell'inizio di un percorso per la salvaguardia delle rinnovabili, in quell'occasione verranno annunciate azioni importanti contro lo strapotere delle energie fossili".