Molti bambini imparano a controllare la pipì tra i 3 e i 4 anni, la pupù tra i 2 e i 3 anni; a 5 anni di solito i bambini controllano il soddisfacimento dei loro bisogni in modo del tutto indipendente, le bambine di solito un po’ prima dei bambini. Lo sviluppo della capacità di controllare i bisogni corporali avviene a poco a poco, secondo progressi che ogni mamma può osservare. Quando il bambino dimostra la necessità di fare la pipì o la pupù, bisogna aiutarlo ad abituarsi ad usare il vasino. Lo si può fare in vari modi. Prima di tutto comperando un vasino adatto a lui e facendogli capire che è suo; poi facendo ripetute prove con il pannolino, come se fosse un gioco, e dopo un po’ di tempo senza pannolino. Non rimproverarlo se qualche volte si sporca. Importante dare l’esempio e fargli capire che mamma e papà, e tutte le persone grandi, per i loro bisogni usano il WC. Quando si passa al WC, bisogna ridurre le dimensioni dell’assicella in modo che il bambino non abbia la sensazione (o la paura) di cadere dentro la tazza. Soprattutto, non mancare mai di manifestare apprezzamento per quello che il piccolo riesce a fare.
A conclusione di questo discorso è utile sapere la differenza fra accrescimento, sviluppo e adattamento. Per accrescimento si intende l’aumento delle dimensioni del corpo come è il caso dell’altezza e del peso. Per sviluppo si intende la maturazione delle diverse parti del corpo e delle loro funzioni. Per esempio, muscoli e cuore crescono e funzionano adeguatamente seguendo l’aumento della statura; il cervello raggiunge la dimensione dell’adulto a 6-8 anni, ma non la sua maturità alla quale arriva negli anni successivi. Per adattamento, infine, si intende la capacità di un organismo di adeguarsi alle condizioni di vita cui è esposto. Per esempio, quando un organismo viene sottoposto ad un’attività fisica intensa, le dimensioni e le capacità di lavoro del cuore e dei muscoli aumentano.
Accrescimento, sviluppo e adattamento non sono fenomeni che avvengono contemporaneamente ed è importante saperlo per non fare valutazioni e adottare misure sbagliate. Non basta, per esempio, che un bambino sia particolarmente cresciuto in altezza per pretendere da lui prestazioni mentali e comportamenti che il suo cervello non è ancora abbastanza maturo da produrre. Quindi, attenzione non solo all’accrescimento, ma anche allo sviluppo per creare le condizioni di adattamento più favorevoli perché il bambino cresca il meglio possibile.
Un certo numero di bambini, soprattutto i maschi, fa la pipì a letto ancora a 4 anni e anche fino a 6 (pochissimi anche molto oltre). Se questo accade una volta ogni tanto, la causa può essere eccessiva eccitazione, un episodio passeggero di ansia dovuto al distacco dai genitori e dal buio. Sono casi che non meritano particolare attenzione perché di solito finiscono spontaneamente e presto. Se invece il disturbo continua nel tempo, è bene consultare il pediatra (senza mortificare il bambino) non solo per capire se vi sono cause fisiche come per esempio una infezione delle vie urinarie, ma anche per escludere cause emozionali, come per esempio una eccessiva pressione dei genitori sia in un senso iperprotettivo sia nella eccessiva pretesa che il bambino compia azioni per le quali non è ancora maturo. Il fenomeno può essere aggravato dai rimproveri e dalle prese in giro. La dimostrazione di una serena comprensione e l’accentuazione delle manifestazioni di amore e di attenzione possono risolvere il disturbo meglio di ogni altro intervento.
Dott. Angelo Tummarello
Pediatra di famiglia
Consigliere regionale della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale
Ricercatore e divulgatore scientifico
Marsala
Cell.360409851
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