L'intera giornata sarà articolata con l'accoglienza in piazza Libertà e un primo momento di riflessione col vescovo. Durante la mattinata si terranno i quattro incontri-testimonianza: Tra i testimonial la ballerina Simona Atzori che pur essendo senza braccia dalla nascita, ha intrapreso sin da giovane l'attività di pittrice e di ballerina classica.
La manifestazione coinvolge i giovani provenienti da tutti e tredici i comuni che fanno parte della nostra Diocesi: Marsala, Petrosino, Campobello, Castelvetrano, Mazara del Vallo, Gibellina, S. Ninfa, Salemi, Partanna, Vita, Poggioreale, Salaparuta e anche i giovani di Pantelleria.
I partecipanti si ritrovano per vivere una giornata in cui si alternano momenti di formazione, di spettacolo, di fraternità.
Durante la mattinata si terranno i quattro incontri-testimonianza: i ragazzi tra i 14 e 16 anni (pass rosso) parteciperanno all’incontro in chiesa madre. I ragazzi tra i 17 e i 19 anni (pass verde) parteciperanno all’incontro che si terrà nella chiesa Cristo Risorto. I giovani tra i 20 e i 25 anni (pass giallo) parteciperanno all’incontro che si terrà presso l’aula consiliare. Per i giovani oltre i 25 anni e gli adulti (pass marrone) incontro al centro sociale.
Gli altri testimoni sono: Maurizio Artale, responsabile del centro palermitano “Padre Nostro”, il docente Giancarlo Cursi, la missionaria comboniana Elisa Kidanè, Vinicio Albanesi, direttore dell’agenzia “Redattore Sociale”, Paola Vacchina, vice presidente nazionale dell’Acli e il giudice Caterina Greco, in servizio presso il Tribunale di Marsala. La “Giovaninfesta” continuerà col pranzo servito in piazza Libertà, la Celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo in piazza La Masa e dalle 18 lo spettacolo finale con balli e canti in piazza Libertà.
Il Vescovo Domenico Mogavero ha scritto per l'occasione, come ogni anno, una lettera ai giovani che partecipano all'evento. Eccone uno stralcio
... con voi vivo la preoccupazione del tempo presente in ordine al vostro futuro. Tanti mi fanno domande e mi chiedono aiuto per risolvere i loro problemi, soprattutto di occupazione lavorativa. Come potete ben capire, non ho soluzioni da offrire; posso soltanto farmi compagno di viaggio con chi vive una difficoltà, un disagio, una sofferenza che tiene nel cuore e che non riesce a esprimere.
Continua a tornarmi alla mente la parola evangelica che abbiamo scelto come indicazione del cammino di questo anno per la nostra Chiesa: Prontamente, lasciato tutto, Lo seguirono.
Mi chiedo: Cosa dobbiamo lasciare?
Parlando a me stesso, credo di essere chiamato a lasciare qualche primo posto per stare ancora di più dalla parte della gente, soprattutto la meno considerata. Parlando ai sacerdoti, chiedo loro di abbandonare modi e pratiche pastorali vecchie e senza efficacia per scegliere ciò che fa crescere nei fedeli la vita spirituale. Agli adulti chiedo di non cercare i profitti facili e gli obiettivi da raggiungere a spese degli altri, ma di costruire insieme il bene
comune. A voi giovani mi permetto di chiedere tanto, sapendo che vi attirano solo traguardi impegnativi ed esaltanti.
Penso di invitarvi a lasciare i facili preconcetti nei confronti della Chiesa e di tutto quello che essa rappresenta. Nella mia vita ho capito che la Chiesa, pur in mezzo a tante difficoltà e problemi, è madre e maestra di vita e di fede.