E’ stato curato dai poeti Gabriella Ruggirello e Francesco Agate, che si sono dilettati nella recita di versi e lettura di racconti da loro scritti, davanti a una platea attenta di detenuti reclusi presso la struttura penitenziaria. I versi e i racconti erano incentrati principalmente su esperienze di vita vissuta dagli autori, legati sia alla perdite di persone care che alla fede religiosa, che all’amicizia e all’amore. Molti gli spunti di riflessione rivolti al cambiamento, al divenire, a come, da vissuti dolorosi, si possa raggiungere un nuovo equilibrio e un adattamento creativo alle cose che ci circondano. I detenuti hanno partecipato attivamente all’iniziativa e si sono voluti sperimentare in prima persona nel recital instaurando con gli autori un contatto diretto. L’iniziativa è stata fortemente voluta dal direttore del carcere, Paolo Malato e dal suo staff, composto da Lilli Castiglione, responsabile delle attività trattamentali, dal dottor Carmelo Arena e dal cappellano, padre Barro Jean Paul . “Quest’ attività rientra tra quelle trattamentali – ha detto la dottoressa Castiglione – e nasce da un percorso d’amicizia che mi lega alla professoressa Ruggirello con cui ho lavorato alcuni anni fa in ambito scolastico. Ci siamo riviste dopo un po’ di tempo ed è nata questa idea che ha coinvolto i detenuti e che sarà riproposta in futuro, perché gli istituti penitenziari hanno bisogno di volontari promotori di iniziative culturali di questo tipo per rieducare e risocializzare i detenuti”. Volontari come risorsa, dunque, in un momento storico particolare, caratterizzato da crisi economica che fa l’eco a quella di valori, e che vede il carcere marsalese in bilico tra una chiusura preannunciata e vari tentativi di scongiurare quest’evenienza. “Già in passato la collaborazione con l’esterno è stata proficua – dice ancora Lilli Castiglione – e il nostro appello a chiunque, ovviamente autorizzato dal magistrato di sorveglianza, volesse proporre e curare anche tornei sportivi e altri momenti di aggregazione per i detenuti, è forte più che mai”. In precedenza i reclusi della Casa circondariale hanno incontrato un gruppo di giovani studenti del Liceo Classico “Giovanni XXIII” che, nell’ambito di un progetto su libertà e legalità, hanno proposto un loro spettacolo all’interno dell’Istituto di pena. Un’occasione che è andata ben aldilà del semplice momento ricreativo, con un’atmosfera anche commovente per la quale i detenuti hanno ringraziato quanti hanno regalato loro un giorno particolare che li ha distratti da quel luogo di patimento e sofferenza che, purtroppo, non aiuta a crescere, come invece soltanto la famiglia e la scuola possono fare. In quell’occasione i detenuti hanno avanzato la richiesta di avere più libri nella loro biblioteca.