Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
12/05/2012 08:32:26

Bambini e ragazzi di oggi

In Italia nel 2011, le famiglie con i minori sono oltre i 5 milioni, per un totale di 7.880 mila bambini e ragazzi di 0-17 anni. In linea con le principali trasformazioni sociali degli ultimi decenni ed in particolare con il calo della fecondità, l’aumento dell’instabilità coniugale e con il progressivo inserimento delle donne nel mercato del lavoro, negli anni è cambiata la struttura familiare in cui vivono i minori. Innanzitutto sono sempre più numerosi i bambini senza fratelli (dal 23.8% del 1998 al 25.7% del 2011), mentre diminuiscono i bambini che hanno 2 o più fratelli: dal 23.1% siamo scesi al 21.2%. Sotto questo profilo permangono notevoli differenze territoriali: al Nord prevale il modello del figlio unico e al Sud invece si conferma il modello della famiglia con due figli. Sono diminuiti anche i bambini che vivono in “famiglie tradizionali” con padre occupato e madre casalinga (dal 40.6% al 28.7%).

Sono invece aumentati dal 6% al 12% i bambini che vivono in famiglia monogenitoriale e quelli che vivono in famiglie a doppio reddito (sono passati dal 40.2% del 1998 al 41.6% del 2011). Queste trasformazioni impattano in modo significativo sull’organizzazione dei tempi di vita. Per esempio, quando non è con i genitori o a scuola, il 79.5% dei bambini tra 0 e i 13 anni viene abitualmente affidato ad un adulto. Il ricorso a figure di supporto nella cura dei bambini è tanto più evidente quanto minore è l’età (tra i 3 e i 10 anni la percentuale sale all’82%).

Al primo posto tra coloro che si prendono cura dei più piccoli ci sono i nonni, conviventi e non: a loro è affidato il 66.4% dei bambini fino a 13 anni, quando non sono con i genitori o a scuola.

Oltre alle trasformazioni che caratterizzano il contesto familiare e l’organizzazione della vita quotidiana, importanti cambiamenti riguardano anche il rapporto dei ragazzi con le nuove tecnologie. La fruizione delle nuove tecnologie è sempre più frequente e influenza il modo in cui i bambini vivono la dimensione della socialità, dell’apprendimento e del gioco.

Cresce in primo luogo l’uso del cellulare: nel 2011 il 67.3% dei bambini e ragazzi di 6-17 anni utilizza il cellulare e il 56.4% ne possiede uno tutto per sé. La crescita maggiore si è verificata tra i più piccoli: la quota di ragazzi tra gli 11 e i 13 anni che utilizza il cellulare è passata, infatti, dal 35.2% all’86.2%, mentre tra i 14 e i 17 anni dal 70.4% al 97.7%.

Il cellulare non si usa solo per telefonare. Era già così nel 2000, ma lo è ancore di più nel 2011. Si usa anche per inviare e ricevere messaggi, giocare, ascoltare musica.

Dal 2001 al 2011 aumenta la quota di bambini e ragazzi tra i 3 e i 17 anni che usano il pc (dal 55.8% al 62.1%). Anche l’uso di internet è cresciuto, passando tra i bambini e i ragazzi di 6-17 anni dal 34.3% al 64.3%. L’uso del pc aumenta al crescere dell’età: tra i bambini di 3-5 anni solo il 17.7% ne fa uso, tra i 6 e i 10 anni lo fa oltre la metà dei bambini (56.7%), tra gli 11 e i 13 anni l’80.2% e tra i 14 e i 17 anni l’88.4%.

Lo sviluppo dell’uso delle nuove tecnologie fa diminuire il tempo dedicato alla tv e ha conseguenze anche sui giochi da loro preferiti. Aumenta infatti la quota di bambini da 3 a 5 anni che usano i videogiochi e il computer per giocare, anche se in testa alla graduatoria dei giochi preferiti dai bambini rimangono i giochi tradizionali: le bambole per le femmine (86.4%) e le automobiline, i trenini e simili per i maschi (77.3%). In questa fascia d’età sono molto amate le costruzioni e i puzzle, il disegno, i giochi di movimento, la manipolazione di materiali come la plastilina e il pongo, anche se emerge qualche lieve differenza nei gusti: le bambine preferiscono matite e colori in misura superiore ai coetanei maschi (83.3% contro il 72.3%), mentre sono meno interessate a costruzioni e puzzle (56.6% contro 72.3%).

Il luogo in cui le attività ludiche hanno luogo nei giorni feriali è soprattutto casa propria, anche se al crescere dell’età gli spazi al di fuori delle mura domestiche tendono ad assumere maggiore rilevanza. Inoltre, rispetto al 1998 cresce la quota di bambini che giocano con i genitori, sia nei giorni feriali che in quelli festivi.

Nei giorni feriali la quota di bambini che giocano con la madre passa dal 32.4% al 57.8%, con il padre dal 22.5% al 46.2%; nei giorni festivi la quota di chi gioca con la madre passa dal 40.5% al 64.6%, con il padre dal 39.9% al 60.6%. Ciò è anche spiegato dal maggior tempo di cura dedicato da madri e padri ai figli.

Cresce la fruizione di spettacoli, la pratica sportiva, la lettura e la frequenza di corsi extrascolastici: tra il 1998 e il 2011 aumenta infatti la percentuale di bambini e ragazzi che vanno a teatro (dal 19.9% al 31.6%), vedono film al cinema (dal 69.2% all’80.2%), visitano musei e mostre (dal 38.3% al 43.1%), vanno a concerti di musica classica (dal 5.7% al 7.9%) o a spettacoli sportivi (dal 38.7% al 42.1%). Tranne nel caso degli spettacoli sportivi, sono sempre le femmine i principali fruitori di spettacoli e intrattenimenti.

Aumenta anche la pratica sportiva: infatti, la quota di bambini e ragazzi tra i 3 e i 17 anni che pratica sport nel tempo libero (sia in modo continuativo che saltuario) è passata dal 48.3% al 55.5%.

Aumentano, inoltre, i bambini e i ragazzi di 6-17 anni che leggono libri. Nel 2011 la quota di bambini e i ragazzi che hanno letto almeno un libro nel loro tempo libero è aumentata di 5.3 punti percentuali rispetto al 1998 (51.6%), arrivando al 56.9%.

Infine, oltre i tre quarti dei bambini e ragazzi tra i 3 e i 17 anni frequenta coetanei nel proprio tempo libero. La frequentazione è assidua (l’89.8% lo fa almeno una volta a settimana) e coinvolge mediamente cinque amici, prevalentemente dello stesso sesso. Al crescere dell’età aumenta la propensione a frequentare i coetanei: si passa dal 53.3% dei bambini tra i 3 e i 5 anni al 94.6% dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni; crescono anche il numero medio di coetanei frequentati (da 3.7 a 6.7), la frequenza degli incontri e la tendenza a frequentare indifferentemente maschi e femmine.

In sintesi, la quotidianità dei minori è cambiata significativamente negli ultimi anni, con riferimento sia al contesto familiare che alle modalità di fruizione del tempo libero, fortemente condizionate dalla diffusione delle nuove tecnologie anche tra le giovanissime generazioni. Ciononostante l’universo dei minori appare molto eterogeneo: abitudini e comportamenti possono variare molto in base all’età e al genere dei minori, all’area geografica in cui vivono e allo status socioeconomico delle loro famiglie.

 

 

Dott. Angelo Tummarello

Pediatra di famiglia

Consigliere regionale della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale

Ricercatore e divulgatore scientifico

Marsala

Cell.360409851

Email: dott.a_tummarello@libero.it