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10/06/2012 04:17:35

Lombardo apre ai ribelli del Pdl. Veltroni al Pd: "Stop alla Giunta siciliana"

«Mi pare che la sua iniziativa sia ormai in contraddizione con il ruolo che ha a Sala d’Ercole e abbia già spaccato il partito», dice Francesco
Cascio. Mentre il coordinatore Giuseppe Castiglione avverte: «Ci affidiamo alla sensibilità di Leontini, ma ci pare paradossale che proprio lui che ha guidato l’opposizione a Lombardo cambi adesso compagni di viaggio».
Di certo c’è che la «casa dei moderati », lanciata da Leontini assieme ai deputati del Pdl Fabio Mancuso, Edoardo Leanza, Nino Beninati e a tutto il gruppo del Pid di Saverio Romano, spacca i berlusconiani, con il fronte legato ad Angelino Alfano e al senatore Pino Firrarello pronti a far la guerra ai “ribelli”. Di fronte a questo scenario Lombardo non perde un attimo
per entrare a piedi uniti nella partita. Il governatore è andato ad Aci Castello per incontrare il sindaco Filippo Drago, guarda caso tra i protagonisti dell’iniziativa lanciata dal capogruppo
all’Ars. E non solo Lombardo ha annunciato lo sblocco di 21 milioni di euro da destinare al Comune per infrastrutture, ma ha aperto proprio all’iniziativa dei “ribelli”.

Il governatore è pronto a costruire un ponte di dialogo con i «moderati arrabbiati», come li definisce il capogruppo del Pid Rudy Maira, anche se lavora a rafforzare il partito dopo le defezioni di Lino Leanza, Carmelo Lo Monte e Francesco Musotto.
«Leanza è un vigliacchetto — dice — da noi ha avuto tutto, è stato segretario, presidente della Regione facente funzioni, assessore e capogruppo. C’è un momento di difficoltà e da grande eroe qual è ci lascia. Vediamo se la settimana prossima non verranno da noi un paio, se non tre, deputati. Entro 15 giorni faremo una nostra assemblea congressuale».

IL PD. «Mettiamo subito fine alla vicenda del governo Lombardo, troppo tempo è trascorso e anche questo è un segnale di discontinuità che dobbiamo mettere in campo». Walter Veltroni,
intervenendo ieri alla direzione nazionale del Partito democratico, lancia un messaggio chiaro ai dirigenti siciliani. Da Fli avvertono: «Se sfiduciate i nostri assessori, non ci sarà alcun dialogo sulle alleanze future». Ma il segretario Giuseppe Lupo apre alla sfiducia: «Le parole di Veltroni trovano il mio consenso», dice.
Proprio il tema delle alleanze future fa alzare la tensione in casa Pd. Il gruppo parlamentare all’Ars si è detto in gran parte contrario alla sfiducia se non sarà chiarito prima il quadro
delle alleanze. «Non possiamo precluderci il dialogo con il Nuovo Polo», dicono i democratici di Palazzo dei Normanni.
Ma le parole di Veltroni spingono il fronte degli antilombardiani a chiedere ancora una volta la sfiducia: «La nostra posizione è questa, e la rilanceremo», dice Bernardo Mattarella. Nelle scorse settimane anche i dirigenti nazionali di “Innovazioni”, Francantonio Genovese e Nino Papania, avevano aperto a questa possibilità, mentre l’ala dei “rottamatori” legata a Davide
Faraone vorrebbe presentare la sfiducia subito. Dello stesso avviso anche l’area Marino.
Un pezzo del partito vorrebbe costruire un fronte con il centrosinistra e l’Udc. E proprio il coordinatore del partito di Casini in Sicilia, Gianpiero D’Alia, candidato in pectore alla presidenza, è tra i principali sostenitori della sfiducia a Lombardo.