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28/06/2012 12:26:30

Il caso Ingrasciotta / Messina Denaro. Indagato a Sanremo per falsa testimonianza un ex consigliere regionale del Pd

L’accusa si riferisce alle dichiarazioni rese da Bonello in veste di testimone al processo per tentata estorsione nei confronti di Giovanni Ingrasciotta, ex titolare della “Coffee Time” di valle Armea, azienda del settore delle macchinette distributrici dio bevande e caffè dichiarata fallita dal tribunale di Sanremo nei mesi scorsi.
Ingrasciotta deve rispondere della presunta minaccia attuata nei confronti di due imprenditori concorrenti, Massimo Paravisi e Antonio Tartaro, rispettivamente amministratore della “Dds” di Imperia e direttore finanziario della “Ivs Italia”, società madre della Dds, una foto del boss Matteo Messina Denaro, a scopo intimidatorio, dicendo loro «questo è mio cognato: avete visto che falsità si scrivono sul suo conto». La foto “incriminata” è quella comparsa sulla copertina del settimanale L’Espresso il 12 aprile 2001; il servizio dedicato a Messina Denaro si intitolava «Ecco il nuovo capo della mafia».
Franco Bonello avrebbe testimoniato il falso proprio in merito alla questione della presunta parentela tra il boss e Ingrasciotta. L’imprenditore siciliano si era rivolto all’ex consigliere regionale quando era in corso la “battaglia” tra la “Coffee Time” e la “Dds” per ottenere l’appalto dell’Asl 1 Imperiese, ossia l’installazione delle macchinette distributrici negli ospedali e negli ambulatori dell’azienda sanitaria, segnalandogli presunte irregolarità nell’affidamento all’azienda imperiese. Bonello, nel corso di una precedente testimonianza, ad una specifica domanda del pm Roberto Cavallone aveva risposto che durante un colloquio con Ingrasciotta questo gli aveva riferito di essere stato coinvolto nelle ricerche della polizia, impegnata nella cattura di Matteo Messina Denaro, in particolare in relazione alla perquisizione di una villa. Il politico spiegò che non percepì l’accenno dell’imprenditore al boss come una minaccia, e quanto alla presunta parentela spiegò che Ingrasciotta, parlando del boss e della perquisizione, gli disse: «vedi cosa significa a essere figli di sorelle», in pratica confermandogli la parentale. Ieri, invece, Bonello ha chiesto di poter ritrattare quanto dichiarato allora, dicendo poi in aula che Ingrasciotta non gli fece alcun accenno in merito al legame familiare con Messina Denaro, ma che fui lui invece a dedurre che fossero parenti. Cavallone, a quel punto, ha chiesto a Bonello se avesse mai sentito dire a Ingrasciotta che era cugino o cognato del boss, e il politico ha risposto «no». Di qui la sua denuncia per falsa testimonianza.
Il processo è stato aggiornato al 21 ottobre. La sentenza è attesa tra fine anno e gennaio 2013.