Si è voluto festeggiare con una dose di solennità l’anniversario del primo anno della struttura sanitaria che giusto dodici mesi addietro fu trasformata in PTA (Presidio Territoriale Ambulatoriale)-Casa della Salute. Un nuovo acronimo inventato dalla Riforma della Sanità buono solo per celare il declassamento del vecchio nosocomio secondo alcuni, “un esempio di perfetta integrazione tra Ospedale e Territorio in grado di dare risposte concrete ed in tempi rapidi al bisogno di salute dei cittadini , addirittura da esportare fuori dalla nostra Regione " invece secondo l’Assessore Russo. Mentre appunto per Salemi negli anni passati si temeva una chiusura senza scampo dell’Ospedale, Massimo Russo ha tenuto a sottolineare di averci creduto personalmente prima ancora che fosse approvata la rifunzionalizzazione a livello regionale. E, alludendo a vecchi potentati della sanità trapanese, li ha accusati dicendo che “ ci ho messo la faccia anche in pubblici confronti con la controparte politica ed ora non posso che essere contento di come vanno le cose, convinto anche dell'impegno a migliorare che mai deve venir meno in ognuno di noi. A chi qualche anno fa portava avanti il progetto di mantenere a Salemi l'Ospedale dei soliti Amici dico solo che se fosse passata quell'ipotesi oggi, alla luce dei tagli nazionali, saremmo seriamente a rischio chiusura. In atto invece siamo qualcosa che ci distingue dagli altri Ospedali e non il solito Ospedale-fotocopia di cui nessuno sente il bisogno!”. E giù a snocciolare dati e cifre. Ma sempre nella logica del contenimento della spesa pubblica coniugato al bene dei pazienti. Insomma la tesi più volte sostenuta nel corso del convegno è stata che senza la riconversione in Pta oggi l’ospedale di Salemi sarebbe andato incontro alla chiusura, una delle tante "vittime" della spending review voluta dal Governo nazionale. Contraddicendo in pratica quanto ha fatto sapere il governo Monti nei giorni scorsi. Il governo nazionale ha assicurato infatti che non vi sarà alcuna chiusura automatica dei piccoli ospedali, almeno per il momento, ma una riduzione di 18mila posti letto tra pubblico e privato accreditato entro il 30 novembre. E’ quanto prevede la versione finale del decreto, che come corollario rischia di provocare anche la chiusura di circa 1000 reparti ospedalieri, e di altrettanti primari, stando alla denuncia della Cgil, che parla di tagli che “compromettono i servizi per i cittadini” e che di fatto provocheranno un “aumento dell’affollamento dei pronto soccorso”. Per l’assessore regionale invece, a un anno dall’avvio della riforma, tutto procede secondo quanto programmato. I numeri parlano chiaro, dice. Nel 2011 al PTA di Salemi si sono rivolti 741 pazienti mentre l’ambulatorio infermieristico ha erogato 1549 prestazioni e l’Hospice ha avuto 115 ricoveri con 1870 giornate di degenza. Con la previsione, a pieno regime, di un aumento di 20 posti letto per l’Rsa, 12 per la riabilitazione e 10 per il Suap per i pazienti in stato vegetativo. E in futuro si intende arrivare a 2.500 posti letto per le Rsa del territorio. In programma sono previsti nuovi investimenti per l’acquisto di attrezzature tecnologiche all’avanguardia e per l’ammodernamento delle strutture di Castelvetrano, Mazara, Marsala e Trapani andranno avanti. Mentre per il nuovo Ospedale di Alcamo ha precisato che “i fondi del Cipe, 15 miliardi circa di euro destinati alla sanità, sono stati congelati a causa della crisi ma abbiamo scelto già l’area e appena saranno erogati proseguiremo». In ultimo la ciliegina. Si è voluto ribadire che in questa nostra regione il personale sanitario non solo non ha subito tagli, ma ha registrato invece un incremento delle unità lavorative con ben 2.800 assunzioni. I soliti malpensanti hanno interpretato la manifestazione di Salemi come una sorta di inizio anticipato della campagna elettorale. Vuoi vedere che a ottobre si voterà per davvero?
Franco Lo Re