«Il Mediterraneo è un mare chiuso: uno sversamento di petrolio significherebbe la fine di un’intera civiltà. La Sicilia deve vivere del sole e del vento, non di trivelle» ha dichiarato Giulia Adamo, sindaco di Marsala. Come dimostrato nel rapporto “Meglio l’oro blu dell’oro nero“ [2], dare via libera alle perforazioni petrolifere nel Canale di Sicilia significa chiedere a questa Regione non solo di assumersi enormi rischi ambientali ma anche minacciare le economie locali.
«Dopo Palermo,Trapani, e oggi Marsala, il nostro tour ha già convinto tutti i sindaci dei comuni visitati – dichiara Giorgia Monti, responsabile della Campagna Mare di Greenpeace. Sono già ventidue [1] gli amministratori locali che hanno detto chiaramente “U MARI NUN SI SPIRTUSA“. Cosa aspettano gli altri?». Greenpeace e le organizzazioni locali hanno invitato tutti i sindaci dei comuni che si affacciano sul Canale di Sicilia a riunirsi il 27 luglio a Sciacca per firmare l’appello e creare un coordinamento contro le trivelle in mare.
Greenpeace prosegue il tour per mobilitare i cittadini siciliani: questa sera, dalle 18 alle 24, i volontari dell’organizzazione allestiranno un gazebo informativo in piazza Vittoria a Marsala, dove sarà possibile chiedere al propri sindaci di firmare l’appello per la salvaguardia del Canale. In esposizione inoltre la mostra fotografica che illustra le ricchezze naturali del Mediterraneo e i pericoli che le minacciano.