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21/07/2012 07:11:39

Perchè i bambini fanno i capricci

Ebbene queste scenate sono una parte normale dello sviluppo infantile quanto imparare a parlare usando frasi compiute e a mangiare con la forchetta. La maggioranza dei bambini da 1 a 3 anni fa i capricci e fino all’età di 4 anni molti li fanno quasi quotidianamente. È d’obbligo fare una riflessione: non esiste un bambino che fa i capricci “da solo”, per fare i capricci bisogna essere in due; e se uno dei due, il bambino, fa molti capricci, l’altro deve domandarsi cos’è che non funziona all’interno di se stesso e del rapporto col bambino. È vero, però, che il problema dei capricci ce lo abbiamo più o meno tutti, e in questo c’entra la società in cui viviamo. Siamo più deboli perché sempre accontentati e quindi insoddisfatti, e tutto ciò si riproduce nella nostra famiglia. La nostra debolezza nell’affrontare o subire i capricci di nostro figlio, ci porta inevitabilmente ad accontentarlo purchè la smetta, e questa è la strada per crescere un bimbo insicuro, un debole, insomma. Col capriccio il bambino ci mette alla prova, perché lui ha bisogno dei nostri “no” per avere la certezza di crescere circondato da persone sufficientemente stabili e forti.

Ma dal lato pratico che fare per gestire un capriccio?

Vi sarete resi conto che maggiori sono gli sforzi che fate per consolare, coccolare, minacciare o offrire ricompense ad un bimbo nel bel mezzo del capriccio non fanno altro che peggiorare ed allungare la sceneggiata. Spesso poi commettiamo l’errore più grave in assoluto, cioè ci arrabbiamo a nostra volta; i risultati sono due, o alimentiamo l’ira di nostro figlio, oppure lo spaventiamo. Quindi la soluzione migliore è: non reagire. È importante, man mano che il bimbo cresce, fargli capire che può esprimere la rabbia a parole, dandogli la possibilità di parlare di ciò che lo disturba, evitando così la sceneggiata. In ogni caso, la cosa migliore è bloccare il capriccio sul nascere, se vedete che sta per fare una sceneggiata, spostatelo, modificando il suo punto di vista, o distraetelo con un nuovo gioco. Infine, provate a dargli la possibilità di sbollire la rabbia da solo. Portatelo nella sua stanza da solo, controllando che non ci sia niente con cui possa farsi del male e ditegli, che sarete contenti di passare un po’ di tempo con lui appena gli sarà passata. Vi ricordo, infine, che il ruolo del genitore è quello di allenatore, è quindi nostro compito insegnare ai figli il rispetto delle regole; ma non dimenticate, di osservare e gratificare i bimbi quando “fanno bene”, anche se a volte può sembrare scontato, non solo quando sbagliano, in questo modo accrescerete l’autostima del vostro bambino e lui non avrà più bisogno di attirare l’attenzione comportandosi male.

 

Dott. Angelo Tummarello

Pediatra di famiglia

Consigliere regionale della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale

Ricercatore e divulgatore scientifico

Marsala

Cell.360409851

Email: dott.a_tummarello@libero.it