Nel 2008 toccò a Salvatore Cuffaro dimettersi in seguito alla condanna per favoreggiamento aggravato alla mafia; ieri, è stata la volta di Raffaele Lombardo, coinvolto nell’inchiesta antimafia, «Iblis», della procura della Repubblica di Catania, benché non ancora rinviato a giudizio. Due fattispecie diverse, ma con analogo epilogo politico: le dimissioni.
Come recita il secondo comma dell’art. 10 dello Stato autonomistico: «In caso di dimissioni, di rimozione, di impedimento o di morte del presidente della Regione, si procede alla nuova e contestuale elezione dell’Assemblea regionale entro i successivi 90 giorni». Ovviamente, si può votare anche prima. Però, i tempi non si possono comprimere più di tanto, prevedendo la legge elettorale per ’elezione del presidente della Regione e dell’Ars, tempi ben precisi. Per esempio, dalle ore 9 alle ore 16 del 43° giorno antecedente le elezioni, bisogna depositare presso l’assessorato alle Autonomie locali, simboli e nomi delle liste; le liste dei candidati potranno essere presentate dal 31° al 30° giorno prima delle elezioni. Le liste provinciali vanno depositate presso la cancelleria del Tribunale del capoluogo; le liste regionali, il cosiddetto listino, presso la Corte di appello di Palermo. Trattandosi di elezioni anticipate, eventuali cause di ineleggibilità potranno essere rimosse entro dieci giorni dalla pubblicazione sulla Gurs del decreto di convocazione dei comizi elettorali. Presidenti di Provincia o sindaci di comuni con popolazione superiore ai 20 mila abitanti, dopo le sentenze della Corte Costituzionale che hanno giudicato illegittima la legge regionale che consentiva agli amministratori locali, a prescindere dl numero di abitanti, di ricoprire anche la carica di deputato regionale e viceversa, se intendono candidarsi all’Ars dovranno dimettersi. I partiti o movimenti che sono rappresentati all’Ars non devono raccogliere le firme di presentazione delle liste. Il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, si è dimesso ieri, 31 luglio, per consentire lo svolgimento delle elezioni il 28 e 29 ottobre: 89° e 90° giorno dalle dimissioni. Ma nulla, in teoria, impedirebbe di anticipare la consultazione di qualche settimana. Il presidente della Regione, così come l’Ars, è eletto a turno unico. Contrariamente a quanto accade per sindaco e presidente di Provincia non c’è ballottaggio. Il candidato che ottiene il maggior numero di voti viene eletto direttamente ed ha diritto ad una maggioranza pari al 60% dei seggi dell’Ars che anche in questa legislatura continueranno ad essere 90. Ottanta deputati vengono eletti nelle circoscrizioni provinciali, 8 con il listino regionale. I rimanenti due seggi, sono assegnati: uno al presidente eletto e l’altro al miglior perdente tra i candidati alla presidenza della Regione. I seggi del listino elettorale, possono scattare tutti o in parte fino a raggiungere i 54 seggi assicurati al presidente della Regione. Nel 2008, essendo stato Raffaele Lombardo eletto con un’altissima percentuale di voti, la maggioranza non potè avvalersi del listino. Così 8 seggi furono assegnati all’unico partito di opposizione, il Pd, che ottenne 29 seggi con il 18% dei voti. Ci fu anche il caso del seggio lasciato vacante da Anna Finocchiaro (miglior perdente) che venne assegnato alla lista del Pd di Palermo, consentendo l’ingresso all’Ars al primo dei non eletti, Bernardo Mattarella.