«Il problema –
sottolinea Salvatore Gammicchia, della segreteria regionale Filt-Cgil – è il futuro dell’Ast. E’ inconcepibile mantenere 120 linee private quando il pubblico non ha i requisiti indispensabili per il servizio». Amplia il concetto il segretario generale Fit-Cisl Sicilia, Amedeo Benigno: «Siamo senza carburante, ci sono pochi autobus e non è stata fatta la programmazione autunnale. Inoltre la Regione ha bloccato il processo di fusione per incorporazione». Il procedimento serve a trovare un socio di minoranza per l’Ast. «Una società mista – continua Benigno – pubblico-privato, come per Siremar-Compagnia delle Isole, permetterebbe nuovi investimenti». Secondo Giuseppe Scannella, segretario regionale Ugl Trasporti, «serve una legge organica per il trasporto pubblico locale. Stando così le cose, a settembre si ferma tutto il comparto». Inoltre 70 vetture su 110 sarebbero ferme per mancanza di ricambi. «I bus funzionanti – dicono gli autisti – sono strapieni, con gente in piedi. Per non rischiare la patente sarà necessario limitare il numero di viaggiatori». Il segretario generale della Cisl Sicilia, Maurizio Bernava, ritiene la crisi dell’Ast «l’apice del fallimento. Senza programmazione si va verso il massacro sociale. La Regione metta al centro i problemi veri». Non ha partecipato all’incontro la Uil Trasporti: «Sapevamo - spiega
Carmelo D’Urso, rsa aziendale – che per i pagamenti era questione di giorni. Siamo fiduciosi nei nuovi organi societari». Armao ha spiegato che la fusione è ferma in attesa di un parere dell’Autorità garante per la concorrenza, e i sindacati gli hanno chiesto di convocare per i primi giorni di settembre un tavolo sul rilancio dell’Ast.