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03/08/2012 04:11:36

Pazza idea per le Regionali: Sicilia al voto già ai primi di Ottobre? Mpa primo partito, Pd secondo

La giunta fisserà il giorno delle elezioni nel corso della prossima seduta, ma l’orientamento sarebbe quello di non utilizzare tutti i novanta giorni concessi dallo Statuto. Ciò consentirebbe l’insediamento del nuovo governo a metà ottobre e dell’Ars nei primi giorni di novembre. Perché prima ci si mette al lavoro, vista la disastrosa situazione finanziaria generale, meglio è.  Ma potrebbe esserci anche una valutazione politica: dare il meno tempo possibile agli avversari politici per organizzarsi.
La mancata approvazione della spending review fa temere per la tenuta dei conti. Ma parole rassicuranti sono arrivate dal vicepresidente della Regione e assessore alla Salute, Russo: «Intediamo rispettare gli accordi presi con il presidente del Consiglio Monti e porteremo avanti la nostra revisione di spesa perché siamo responsabilmente consapevoli che è assolutamente necessario comprimere ulteriormente le spese della Regione e programmare una gestione virtuosa delle risorse, anche utilizzando il modello del piano di rientro, come avvenutocon successo nella Sanità».
Russo ha concordato con l’assessore all’Economia, Armao, l’istituzione di un tavolo tecnico con dirigenti e funzionari di tutti i dipartimenti dell’amministrazione, per individuare «in tempi piuttosto brevi» i provvedimenti da adottare per via amministrativa, «in simmetria con la spending review nazionale ».

L'UDC. I parlamentari siciliani dell’Udc  hanno incontrato, a Roma, il capodell’Udc, Casini. Per oggi è stata convocata la direzione regionale per avviare un confronto programmatico con i partiti e le forze sociali. «L’Udc - si legge in una nota - presenterà liste aperte alla società civile per consolidare il rinnovamento e l’ampliamento del partito, già avviato in occasione delle ultime amministrative a partire dal Comune di Palermo». 

I SONDAGGI. L’indagine dell’Istituto Demopolis disegna uno scenario decisamente incerto e frammentato: 4 siciliani su 10 resterebbero a casa, il 28% degli elettori non saprebbe per chi votare.
Nessun partito supererebbe oggi il 16%: l’ARS potrebbe così rivelarsi ancora più ingovernabile di quella uscente. L’altissimo numero di indecisi – secondo il Barometro Politico Demopolis - rende l’appuntamento elettorale di fine ottobre denso di incognite per l’intera classe politica siciliana.

Se si votasse oggi, appena il 61% dei siciliani si recherebbe alle urne per l’elezione del nuovo Presidente della Regione e per il contestuale rinnovo dell’ARS: è uno dei dati più significativi che emerge dal Barometro Politico di agosto dell’Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis. 4 elettori su 10 resterebbero a casa, a conferma di una crescente insofferenza verso la classe politica nel suo insieme: la fiducia dei siciliani nei partiti è crollata dal 22% del 2006 al 4% odierno.

“All’indomani delle dimissioni di Raffaele Lombardo – afferma il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – il quadro delle intenzioni di voto dei siciliani appare decisamente confuso e frammentato: al dato dell’astensione dichiarata va aggiunto il numero di quanti non saprebbero per chi votare: il 28% dell’elettorato non esprime oggi una specifica intenzione di voto”.
A meno di tre mesi dalle elezioni di fine ottobre, i quattro principali partiti non hanno ancora deciso con chi allearsi, né hanno identificato un loro candidato per Palazzo d’Orleans: fattori che, accanto al numero altissimo di indecisi e potenziali astensionisti, incidono significativamente sulle stime di voto degli elettori.

Secondo il Barometro Politico Demopolis, se ci si recasse oggi alle urne per le elezioni regionali, l’MPA del Presidente uscente otterrebbe il 16%: primo partito nell’Isola. Appena un soffio sopra i due principali partiti nazionali, che pagano più degli altri in Sicilia l’astensionismo e l’onda nazionale dell’antipolitica, ma anche le proprie incertezze e le troppe divisioni interne: il PD si posiziona al 15,2%, il PDL al 15%. Appare stabile al 7,5% Grande Sud di Miccichè: un dato, anche questo, quasi certamente destinato a mutare durante la campagna elettorale.
In netta crescita, al 12,5%, appare l’UDC di Gianpiero D’Alia, decisivo ago della bilancia tra PD e PDL negli scenari di coalizione per la Presidenza della Regione.

Pur senza candidati al momento visibili, secondo i dati dell’Istituto Demopolis, si attesterebbe al 9,5% il Movimento Cinque Stelle, che catalizza il voto di protesta di fronte all’assenza di concreti e percepibili segnali di rinnovamento da parte dei partiti tradizionali: una stima per il momento piuttosto alta, probabile effetto emulativo, anche nell’Isola, della risonanza mediatica che ha seguito il recente successo alle Amministrative del Movimento di Grillo nel Centro Nord del Paese.
Sotto la soglia del 5%, ad oggi, gli altri partiti: su un versante, 3,6% per SEL di Vendola, 4,1% per l’IdV di Antonio Di Pietro, 1,3% per FdS. Da considerare il probabile impatto di un’eventuale lista guidata dall’ex sindaco di Gela Rosario Crocetta che sembrerebbe oggi in grado di recuperare segmenti significativi di cittadini delusi ed indecisi, in particolar modo nell’area di Sinistra.
Sul versante opposto, nel Centro Destra, risale il PID, mentre si posiziona al 3% la lista di Nello Musumeci, leader della Destra, in grado potenzialmente di attrarre – soprattutto in provincia di Catania – consensi più ampi, ben oltre la sua area di riferimento.
4,5% infine per Futuro e Libertà, mentre ottengono insieme il 2,5% API e MpS. Dati, quelli dei partiti presenti nella coalizione del Governo uscente, destinati ad evolversi nel corso della campagna elettorale. Sotto il 2% altre liste minori.

“Il “dopo Lombardo” – commenta il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – sembra caratterizzato da uno scenario di grande frammentazione, mai registrato in passato: con nessun partito che supererebbe oggi nell’Isola il 16% nei consensi. Appena sei liste raggiungerebbero, senza accordi tecnici, la soglia richiesta del 5% necessaria per l’accesso ad un Assemblea Regionale Siciliana, che rischia di uscire dal voto di fine ottobre ancora più ingovernabile di quella uscente. Il quadro che emerge dall’indagine Demopolis appare destinato a modificarsi in modo sostanziale nelle prossime settimane, quando gli indecisi cominceranno ad orientarsi ed i principali partiti sceglieranno il loro candidato alla Presidenza della Regione, compiendo le proprie scelte in termini di alleanze e coalizioni in vista di una durissima campagna elettorale che – conclude il direttore dell’Istituto di Ricerche – appare sempre più piena di incognite per l’intera classe politica siciliana”.