L’intervento del Governo che aveva reso possibili le trivellazioni è stato criticato da D’Alì che ha sottolineato come ha «dissennatamente modificato la disciplina del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, indebolendo gravemente i divieti che tale quadro normativo aveva stabilito al fine di proteggere l’ambiente marino. Il Governo in sede di esame del decreto non ha accolto le modifiche proposte ed il testo anzi è stato irrigidito».
«Questa disposizione crea i presupposti per una indiscriminata ripresa delle attività di ricerca nel Mediterraneo e nel canale di Sicilia, rendendo urgente l’abrogazione con una forte iniziativa parlamentare». Dopo l’audizione del ministro Passera in Commissione D’Alì aveva espresso un giudizio negativo sul decreto-legge «Misure urgenti per la crescita» che rivisita la disciplina in materia di perforazioni petrolifere poiché «è intervenuto a piedi uniti su una legislazione concordata tra il Governo e il Parlamento ed interviene riprendendo i temi per cui il Parlamento aveva deciso un’azione legislativa forte, bloccando alcune iniziative». D’Alì ha invitato il ministro a «intervenire con acume e capacità in questa delicatissima vicenda, che può mettere a rischio l’equilibrio ambientale di zone importantissime
del nostro Paese e dei Paesi vicini».