Nei giorni scorsi si era appreso dalla stampa che gli uomini del Ros avevano deciso di lasciare le ricerche del boss di Castelvetrano. Meno di un mese e sarebbero tornati a Roma. Il generale del reparto speciale, Mario Parente, era arrivato a Palermo nei giorni scorsi. Un colloquio fiume con il Procuratore di Palermo Francesco Messineo. La storia è chiusa, si torna a casa. Poi è arrivata la smentita, la caccia al boss continua.
Alla Procura di Palermo però i nervi continuano ad essere tesi. Lo strappo era arrivato appena un mese fa quando il procuratore aggiunto di Palermo Teresa Principato - che coordina le indagini per catturare Messina Denaro - ha denunciato che l’inchiesta del Ros era stata bloccata dall’operazione della polizia, coordinata da Vittorio Teresi e approvata dal procuratore Messineo, che ha sgominato la cupola agrigentina. Le indagini guidate dalla Principato si concentravano in particolare sulla figura di Leo Sutera. Lo tenevano d’occhio, era considerato vicinissimo al super latitante e poteva portare alla sua cattura.
Alla caccia a Messina Denaro partecipano anche gli 007 dell’Aisi, che qualche mese fa avevano addirittura trovato un pizzino scritto dallo stesso boss a Leo Sutera. E recentemente le cimici avevano intercettato un colloquio tra Sutera e un'altra persona a cui raccontava di un incontro con Messina Denaro. Poi ancora appostamenti, pedinamenti in aperta campagna per seguire quel fedelissimo del super latitante. Era stato messo all’opera anche il “Predator”, l’aereo spia dell’Aeronautica militare, per spiare i summit di Sutera. Per tutto ciò la Principato aveva chiesto di non dare atto al blitz che ha portato in carcere 48 uomini della mafia agrigentina. Ma alla fine, dopo diversi colloqui, il Procuratore di Palermo ha dato l’ok per il blitz. L’allarme per l’abbandono alle ricerche di Matteo Massina Denaro da parte del reparto speciale dei carabinieri era scattato dopo il blitz nell’agrigentino.
Una volta preso Sutera l’aggiunto Principato ha inviato una mail molto pesante ai colleghi di Palermo spiegando i motivi dell’inopportunità a far scattare l’operazione “Nuova cupola”. Ma secondo Messineo la pista seguita dalla Principato e gli uomini del Ros sarebbe stata “troppo generica”.
Il Ros è stato protagonista negli anni di tanti successi e tante situazioni poco chiare. Tanti veleni, indagini, e polemiche. A partire dalla ritardata perquisizione nella villetta di Totò Riina subito dopo la sua cattura nel 1993. E il generale Mario Mori, sotto processo per la trattativa Stato-mafia.