per prendere parte ad un incontro operativo con il coinvolgimento della Prefettura e la partecipazione dei parlamentari, dei sindacati e delle associazioni di categoria: imprenditori, commercianti, artigiani, ordini professionali e tutte le altre parti in causa, al fine di esaminare la reale situazione in cui versa il nostro comprensorio, ponendo al vaglio i numerosi problemi e le eventuali soluzioni a breve e lungo termine".
E’ con queste parole, e con l’invito rivolto in particolare al Presidente Mario Monti ed al Ministro Corrado Passera e che sarà ufficialmente notificato nelle prossime ore, che il Presidente del Consiglio Provinciale di Trapani, Peppe Poma, ha chiuso il suo articolato intervento che stamani ha dato il via alla prevista seduta straordinaria per l’esame dello stato di crisi economica ed occupazionale nella nostra provincia e delle possibili prospettive di rilancio.
Dopo avere dato atto all’attuale Ufficio di Presidenza, alla Conferenza dei Capigruppo, alle Commissioni permanenti e all’intero Consiglio Provinciale di essersi resi conto, già tre anni or sono, della estrema gravità della situazione e di avere profuso il massimo impegno per contribuire alla ricerca di una soluzione dei problemi di volta in volta più urgenti con tutta una serie di iniziative e di intermediazioni, andando anche al di là delle strette competenze istituzionali, il Presidente Poma ha sottolineato che il nostro territorio soffre, in particolare, per le preoccupanti emergenze occupazionali in vari ambiti lavorativi: dal settore turistico a quelli dell’agricoltura e della pesca, dell’edilizia ma anche delle attività commerciali e artigianali, dalla cantieristica navale all’estrazione e lavorazione del marmo, emergenze a cui bisogna dare una risposta, soprattutto ai tanti lavoratori che soffrono il dramma della disoccupazione.
Per quanto riguarda l’attività turistica, cioè quella che dovrebbe essere la colonna portante della nostra economia, ci troviamo ad affrontare – ha detto il Presidente del Consiglio Provinciale - una situazione che ormai è divenuta molto preoccupante. Infatti i fattori di riempimento delle principali strutture ricettive in tutta la nostra provincia (fatta eccezione per qualche località e per alcune tipologie di attività) sono crollati così come pure i flussi di visitatori italiani e soprattutto stranieri. Questo, in particolare, è il negativo risultato della guerra in Libia che ha coinvolto e penalizzato unicamente il nostro aeroporto. Occorre quindi intervenire con estrema urgenza per risollevare le sorti dello scalo civile di Birgi. Proprio dalla crisi libica in poi, infatti, la GESAP (Società di gestione dell’aeroporto di Punta Raisi) ha “scoperto” la compagnia Ryanair e messo in atto una precisa strategia per dirottare a Palermo, a tempo indeterminato, numerosi collegamenti con le capitali europee, determinando l’inesorabile perdita di passeggeri da parte dell’aeroporto di Trapani-Birgi, in particolare di quelli provenienti dall’estero. E’ necessario dunque che il management dell’Airgest riveda subito gli accordi stipulati a suo tempo con Ryanair visto che la compagnia irlandese investe su Trapani con voli nazionali (Trapani da/per Cuneo, Perugia, Parma, Cagliari etc.) che non hanno resa, mentre le tratte internazionali (Oslo, Dublino, Madrid, Dusseldorf, Stoccolma, Goteborg, Liverpool etc.) dallo scorso mese di aprile sono state definitivamente spostate su Palermo, provocando gravissimi danni all’economia della nostra provincia perché proprio questi erano i voli tramite i quali si era finalmente riusciti ad attuare la tanto auspicata destagionalizzazione delle visite e dei soggiorni dei turisti, soprattutto stranieri.
In questo contesto, già estremamente inquietante, si inserisce lo stato di vera e propria emergenza venutosi a creare nelle nostre isole minori a seguito della incresciosa vicenda del venir meno di ogni garanzia per quanto riguarda i collegamenti marittimi con l’arcipelago delle Egadi e con Pantelleria. Il mancato trasporto dei rifiuti solidi urbani, la quasi totale assenza di rifornimenti di carburante (benzina e gasolio) e di gas hanno ridotto le popolazioni isolane allo stremo e hanno costretto gli amministratori locali a chiedere l’aiuto immediato e straordinario dei massimi rappresentanti delle Istituzioni regionali e nazionali che il Consiglio Provinciale di Trapani non può non raccogliere, sollecitando con forza il ricorso a procedure che, tenendo conto delle possibili emergenze di ordine sanitario e pubblico, esulino dall’ordinario per dare risposte celeri e risolutive ad una crisi che risente anche dell’estrema incertezza riguardante il proseguo in autunno dell’applicazione delle tratte sociali per i collegamenti aerei e che ha già fatto registrare pesanti ripercussioni pure sulle attività turistiche.
Ancora a proposito di turismo – ha aggiunto Poma - è giusto altresì sottolineare che la devastante piaga degli incendi di natura dolosa, che si ripropongono puntualmente ogni estate, contribuiscono anch’essi a rendere più povera la nostra economia aggredendo e distruggendo quel patrimonio ambientale che costituisce una delle principali attrazioni turistiche del nostro territorio. Boschi e pinete sono una ricchezza che appartiene a tutti i cittadini e le istituzioni pubbliche non possono e non devono rimanere indifferenti di fronte ad episodi come quelli di questi giorni che sono dei veri e propri atti criminali, attentati mortali alla natura, alla cultura, alla vita di ognuno di noi. Un sentito elogio ed un ringraziamento per quanto fatto, pur fra mille difficoltà, va comunque rivolto ai vigili del fuoco, agli uomini della forestale, agli operai di cantiere, addetti antincendio e volontari la cui encomiabile abnegazione ha evitato, fra l’altro, la totale devastazione della Riserva dello Zingaro e di altri importanti siti naturali.
Dopo un’attenta disamina delle problematiche che travagliano anche gli altri principali settori dell’economia del nostro territorio provinciale, dall’agricoltura alla pesca e all’edilizia, dalle attività commerciali e artigianali alla cantieristica navale ed al comparto lapideo, Peppe Poma ha proseguito affermando che le note dolenti non si fermano certo qui ma proseguono, fra le altre, con quella relativa al precariato, vera e propria piaga mai rimarginata, che continua a dibattersi tra le richieste indirizzate alla politica e la mancanza di valide soluzioni, mancanza di soluzioni che ha determinato anche la chiusura o il trasferimento di aziende quali Midial, Redax, Migliore e Call Center vari. Tutto ciò mentre il sistema bancario e creditizio, come avviene quasi sempre nel momento della crisi, invece di aiutare gli operatori economici in difficoltà stringe i cordoni della borsa. Le banche invece – ha proseguito ancora il Presidente del Consiglio Provinciale - devono prestare maggiore attenzione alle aziende locali, sostenendole in questo difficile momento. Solo agevolando l’accesso al credito si potrà restituire fiducia nelle prospettive di crescita. In questo modo si potrà ridare ossigeno a migliaia di imprese, evitando ad interi comparti di collassate.
Una situazione dunque che richiede l’immediato e deciso intervento degli apparati politici e delle amministrazioni locali, oltre che di quelle regionali e nazionali. Queste ultime non possono certo pensare di andare avanti all’infinito con la politica dei tagli, della drastica diminuzione se non della totale eliminazione dei trasferimenti agli enti territoriali. Guardando alla Costituzione il Consiglio Provinciale – ha detto altresì il Presidente Poma - e l’intera Provincia Regionale di Trapani possono trovare conferma alla validità della persistenza del nostro Ente quale insostituibile ed essenziale organo di decentramento amministrativo e di garanzia democratica che deve esercitare in pieno e fino in fondo tutte le proprie prerogative istituzionali di stimolo, di indirizzo e di coordinamento dello sviluppo. La crisi economica può essere sconfitta e superata soltanto aggredendola, avendo il coraggio e la capacità di osare, di guardare avanti. Non ci può essere sviluppo se non riparte l’occupazione. In Sicilia, con la nostra autonomia mai compiutamente applicata e realizzata, con le elezioni in programma nel prossimo mese di ottobre, abbiamo l’opportunità, la possibilità di avviare un percorso realmente nuovo che ci faccia uscire dal tunnel della grave crisi in cui siamo sprofondati. Occorre un grande sforzo perché la Regione cambi marcia, su rifondi, si riorganizzi. Di una classe dirigente che sta portando l’Isola al fallimento ne vogliamo fare volentieri a meno. Bisogna formulare una proposta nuova, una politica più attenta, disponibile a recepire le istanze e soddisfare le esigenze dei siciliani.